ACEA, bene il voto sullo stop alle endotermiche
Delusione per i piani di sviluppo delle colonnine di ricarica

Nella giornata di ieri, il Consiglio UE ha potuto finalmente votare lo stop alla vendita delle nuove auto a benzina e diesel dal 2035, forte dell'appoggio della Germania che ha ottenuto la deroga sugli e-fuel. Sul voto è intervenuta ACEA, l'associazione dei costruttori auto europei che ha accolto con favore il risultato visto che va a mettere un punto fermo sul futuro dell'auto.
La rotta è ora impostata ufficialmente. Il nostro settore accoglie con favore la certezza di pianificazione che questa pietra miliare porta con sé e sta lavorando a pieno ritmo per affrontare questa sfida epocale.
Con gli ingenti investimenti verso l'elettrificazione da parte delle case automobilistiche, l'associazione si era detta molto preoccupata dello stallo politico che si era andato a creare nelle scorse settimane.
Tutti i membri ACEA sono fermamente a favore della neutralità climatica entro il 2050 e si impegnano a raggiungere l'obiettivo di zero CO2 del 2035. Crediamo fermamente che un approccio tecnologicamente neutrale, con al centro un'elettrificazione diffusa, sia il modo migliore per raggiungere gli obiettivi climatici.
Tuttavia, ACEA lancia anche un preciso appello ai politici europei che dovranno lavorare per consentire ai cittadini UE di poter passare alla mobilità elettrica.
L'anno scorso, un'auto nuova su cinque venduta nell'UE era ricaricabile alla spina. Entro il 2030, si prevede che questa cifra salirà a tre su cinque, portando l'UE all'avanguardia a livello globale. Ora i responsabili politici devono assicurarsi che i cittadini dell'UE siano convinti a passare in maniera massiccia alla mobilità elettrica. Ciò significa che queste auto dovrebbero essere accessibili e convenienti da ricaricare. L'industria ha anche bisogno di un accesso competitivo alle materie prime essenziali e all'energia. Attendiamo con impazienza di ricevere maggiori dettagli sui prossimi passi legislativi.
DELUSIONE PER L’AFIR
E sul tema della ricarica, ACEA, invece, manifesta la sua delusione sui contenuti della normativa AFIR su cui è stato trovato, sempre ieri, un accordo tra il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo. Sebbene l'associazione accolga con favore il raggiungimento dell'accordo sul regolamento dedicato all'infrastruttura di ricarica delle auto elettriche e di riforimento dei mezzi ad idrogeno, si dice delusa dai contenuti.
Il risultato, tuttavia, rimane ben al di sotto di quanto sarebbe necessario per raggiungere i livelli di ambizione fissati per i costruttori di veicoli in termini di obiettivi di CO2. Un significativo divario infrastrutturale continuerà a limitare le riduzioni di CO2 e la transizione del nostro settore verso la neutralità climatica.
ACEA evidenzia, infatti, che già oggi la mancanza di stazioni di ricarica e rifornimento di idrogeno sta gravemente ostacolando l'adozione da parte del mercato di veicoli a emissioni zero. La normativa AFIR riveste quindi un ruolo cruciale da svolgere nel passaggio al trasporto a emissioni zero.
L'accordo sulla normativa AFIR non è all'altezza del livello di ambizione richiesto, sia per quanto riguarda i necessari output di potenza che i tempi di implementazione.