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Treno a idrogeno: in Italia il progetto H2iseO di Trenord con FNM in Lombardia

Parte il progetto treno a idrogeno in Italia: Val Camonica e Sebino, con la linea Brescia-Iseo-Edolo, produrranno idrogeno da elettrolisi che sarà utilizzato nel 2023 per i treni Fuel Cell

Treno a idrogeno: in Italia il progetto H2iseO di Trenord con FNM in Lombardia
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 26 nov 2020

Gruppo FNM, con Trenord e Regione Lombardia, avvia un progetto per i viaggi su rotaia a zero emissioni tramite idrogeno, tenendo in conto chiaramente anche la fase di generazione dell'H2 che sfrutterà il mondo delle energie rinnovabili. 

Economia circolare, autosufficienza in termini energetici e abbattimento di CO2 e particolato: questa l'idea che coinvolge diversi attori legati sia alla produzione dei treni a idrogeno che alla loro messa in opera, passando anche per la generazione del carburante green e per il rifornimento.

La sperimentazione nella regione del Nord Italia non vuole essere un esperimento isolato ma piuttosto un esempio per dare il via a iniziative simili in tutto il nostro Paese. Val Camonica e Sebino puntano a diventare un riferimento per la filiera dell'idrogeno, filiera che rappresenta una delle criticità legate a questo vettore energetico e che abbiamo discusso in questo viaggio a idrogeno verso la Svizzera

Con la Hydrogen Valley sarà quindi creato un ecosistema circolare (e chiuso) dove si produce il carburante che poi si utilizza a stretto giro, accorciando il più possibile le distanze ed eliminando le emissioni legate al trasporto di idrogeno

Il treno è fornito da Alstom che ha già sistemi di trazione su rotaie alimentati a idrogeno e marcianti (Coradia iLint): in Germania, iLint ha percorso circa 250.000 km da settembre 2018. Alstom Coradia Stream è una piattaforma quasi identica ai treni Donizetti già in uso in Italia ed è riciclabile al 95% delle sue componenti. 140 km/h la velocità massima, analoga a quella dei regionali diesel. 

La linea su cui viaggerà la sperimentazione è la Brescia – Iseo – Edolo, oggi popolata da 14 treni diesel che verranno sostituiti da quelli Fuel Cell in tre fasi. I primi sei treni serviranno anche per permettere all'impresa ferroviaria partner, Trenord, di fare pratica con la manutenzione della nuova tecnologia; a questi seguiranno gli altri otto treni così da rimpiazzare interamente i mezzi coinvolti nella tratta.

La Brescia-Iseo-Edolo è una linea da 108 km, 37 stazioni e 51 corse giornaliere su binario semplice non elettrificato. Oggi i convogli utilizzati sono i diesel con automotrici Aln 668 in servizio dai primi anni novanta (i primi che saranno sostituiti) e GTW Stadler a gasolio (ATR 125 e 115) di recente debutto.

L'impianto di produzione idrogeno, in capo a FNM e utilizzato per la fase uno, sorgerà a Iseo su terreni attigui alla rete ferroviaria, così da eliminare la necessità del trasporto su gomma del vettore energetico. Sarà realizzato tra il 2021 e il 2023.

Per la prima fase (36 mesi previsti, consegne dei treni di Alstom entro il 2023) serviranno 800 kg di idrogeno al giorno, con l'obiettivo finale di arrivare a 2.000 kg/giorno per sostenere l'intero parco circolante sulla Brescia-Iseo-Edolo. Sono in corso verifiche con i produttori di energia per raggiungere il traguardo previsto: l'ipotesi è di realizzare uno o due ulteriori impianti di elettrolisi entro il 2025.

Il territorio può contare in totale su 100 centrali idroelettriche di varie dimensioni che permetteranno l'accesso all'idrogeno  verde, termine che identifica quello generato a partire da fonti rinnovabili.

L'ipotesi è quella di un costo di produzione dell'idrogeno di 5 euro al chilogrammo, cifra che potrà essere confermata solo una volta raggiunta la fase operativa. Si parla anche di avviare il progetto con idrogeno blu, compensando tramite sistemi di abbattimento della CO2. Con idrogeno blu, infatti, si intende la produzione del vettore energetico a partire da fonti fossili ma con la cattura del carbonio emesso.

L'utilizzo dell'idrogeno sarà poi esteso al resto del trasporto pubblico con la flotta di autobus di FNMA, così da coprire anche il trasporto passeggeri su gomma dell'area lombarda interessata: circa 40 mezzi in Valcamonica.

L'investimento stimato è di 250/300 milioni di euro complessivi tra treni, impianti di produzione e interventi infrastrutturali.

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