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Audi, il futuro della fabbrica di Bruxelles è sempre più a rischio

Il Gruppo Volkswagen non assegna alcun nuovo modello alla fabbrica Audi di Bruxelles. La chiusura dell'impianto si fa sempre più vicina

Audi, il futuro della fabbrica di Bruxelles è sempre più a rischio
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 4 set 2024

Il futuro per lo stabilimento Audi di Bruxelles si fa sempre più incerto. A luglio, la casa dei 4 anelli aveva fatto sapere che stava valutando di terminare in anticipo rispetto ai piani originali la produzione della gamma Audi Q8 e-tron presso questo impianto che quindi era a rischio chiusura.

La casa automobilistica aveva fatto comunque sapere che una decisione definitiva non era stata presa e chi si stava anche valutando una possibile conversione per destinare l'impianto ad altre attività, il tutto per salvaguardare i molti dipendenti.

NESSUN NUOVO MODELLO IN ARRIVO

Dalla stampa belga arriva, adesso, una notizia certamente non positiva. I sindacati hanno infatti appreso che il Gruppo Volkswagen ha deciso di non assegnare alcun nuovo modello dopo l'annuncio del possibile stop anticipato della costruzione della Q8 e-tron.

Per i sindacati questo significa che la chiusura dello stabilimento si fa sempre più concreta e vicina. Tuttavia, evidenziano pure che il 17 settembre, quando si terrà la prossima riunione del consiglio di fabbrica, potrebbero essere proposti quattro progetti alternativi che permetterebbero di evitare la chiusura dell'impianto e di salvaguardare almeno una parte dei 2.500 lavoratori.

Inoltre, circolano anche voci di una possibile vendita della fabbrica ad una casa automobilistica cinese intenzionata a venire a produrre i suoi modelli in Europa. Se ne sarà sicuramente di più nel corso delle prossime settimane.

La situazione è quindi molto delicata e si va ad inserire in un contesto molto complesso. Infatti, la chiusura dell'impianto di Bruxelles potrebbe non essere l'unica.

Come abbiamo visto, il Gruppo Volkswagen con l'obiettivo di ridurre le spese ha parlato della possibilità di chiudere un impianto in Germania, andando così a rompere un patto di lunga data con i sindacati che prevede il congelamento dei licenziamenti fino al 2029. Riduzione ulteriore delle spese che si è resa necessaria visto che il piano dei tagli dei costi non sta andando come previsto. A rischio ci sarebbero gli stabilimenti di Dresda e Osnabrück.

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