
08 Marzo 2020
Il Parlamento Europeo chiede a gran voce alla Commissione una proposta per intervenire su uno dei temi più caldi che riguardano il mercato delle auto usate: la manomissione dei contachilometri. Un fenomeno che, secondo quanto dichiarato dal relatore tedesco Ismail Ertug, investe circa il 5-12% delle auto usate vendute all'interno dei Paesi dell'UE e il 30-50% di quelle vendute oltre confine.
La proposta è la seguente:
Abbiamo raggiunto un ampio accordo su questa relazione e, in particolare, sulla necessità di banche dati nazionali sui contachilometri, con scambio di dati transnazionali e un maggiore impegno dei produttori per quanto riguarda la sicurezza dei contachilometri.
Dunque, registrare più spesso i dati sul chilometraggio per intercettare più rapidamente eventuali anomalie dovute a manomissioni: secondo i deputati europei (che hanno approvato l'iniziativa con 577 voti a favore, 32 contrari e 19 astenuti), la registrazione delle letture del contachilometri dovrebbe essere obbligatoria a ogni controllo tecnico periodico, a ogni ispezione, servizio, operazione di manutenzione e riparazione effettuata e a ogni altra visita di officina, a partire dalla prima immatricolazione del veicolo.
Un piano del genere, se trasformato in progetto di legge, potrebbe portare ad un beneficio annuale di 6-9 miliardi di euro, oltre a ripristinare la fiducia dei consumatori sul mercato delle auto usate. Da non sottovalutare anche il fattore sicurezza, dato dalla consapevolezza della reale percorrenza della propria auto usata. Nonostante questo, solo sei paesi nell'UE riconoscono la manomissione dei chilometri come reato penale.
L'Italia non è tra questi: nel nostro Paese si stima che il numero delle autovetture manomesse vendute sul mercato tra il 2011 e il 2013 sia pari al 50% del totale. Diversa la situazione in Belgio e nei Paesi Bassi: qui, anche grazie a rilevamenti più frequenti, le frodi sui contachilometri sono state quasi eliminate.
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