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Tesla, troppa energia dalle batterie e in Australia non viene pagata

In Australia, Tesla fornisce alla rete elettrica più energia di quanto i gestori possano tenerne conto

Tesla, troppa energia dalle batterie e in Australia non viene pagata
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 23 mar 2018

Tesla è abituata agli imprevisti. La produzione a rilento delle sue vetture è una di questi. Questa volta, però, l'imprevisto non è causato da Tesla, o meglio, Tesla non ne è direttamente responsabile. Tutto nasce nel Sud dell'Australia, dove gli operatori che gestiscono la rete elettrica richiedono sistematicamente ai produttori di energia da fonti rinnovabili (come Tesla con i suoi pacchi batterie, una sorta di Powerwall ma di dimensioni più imponenti) di sopperire alle mancanze energetiche della rete. Questa procedura prende il nome di Frequency Controlled Ancillary Services.

Il problema, lamentato dalla filiale australiana di Tesla, risiede nel fatto che il proprio pacco batterie australiano – il più grande accumulatore agli ioni di litio al mondo, con 129 MWh di capacità –  forniscano energia con una potenza troppo elevata affinché i gestori della rete possano tenerne conto. Risultato: secondo Tesla, i gestori della rete sud-australiana non sono in grado di pagare al costruttore di Palo Alto oltre un terzo dell'energia generata dalle sue batterie. 

Queste batterie, infatti, impiegano qualcosa come 200 millisecondi per fornire energia alla rete, ma la finestra temporale che i gestori offrono ai produttori di energia è di circa sei secondi. Tutta l'energia erogata dopo quei primi 200 millisecondi non viene dunque registrata dai gestori, ma intanto finisce nella rete e Tesla rimane a bocca asciutta.

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Queste le dichiarazioni del costruttore americano: 

Tesla stima che la batteria della Hornsdale Power Reserve abbia fornito dal 30 al 40% dei propri servizi al mercato Frequency senza essere pagata a causa dell'inadeguatezza degli attuali standard tecnici degli AEMO (i gestori della rete, ndr), basati su sistemi riferiti all'energia proveniente da fonti fossili. 

Secondo Tesla, gli attuali standard limitano le potenzialità delle batterie, impedendone il funzionamento a potenze più elevate. Questo rende più difficile valutare la quantità di energia erogata, e dunque anche il suo pagamento. Tutto questo, nonostante l'apporto di grandi fornitori di energia come Tesla abbia contribuito a far risparmiare qualcosa come 3,1 milioni di dollari australiani al mercato dell'energia dell'Australia del Sud.

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