Auto elettriche: Italia fanalino di coda secondo Report | Diamoci una scossa
L'ultima puntata di Report affronta la questione dell'auto elettrica, in particolar modo in Italia
L'auto elettrica come una delle poche soluzioni per ridurre l'inquinamento dell'aria nelle nostre città e non solo. Lo dice l'Unione Europea, che obbliga i costruttori a raggiungere il limite dei 95 grammi di CO2 emessi per ogni km per le auto nuove vendute a partire dal 2021 e circa 60 grammi per quelle vendute dal 2030.
Ma nei fatti, a Bruxelles proteggono i grandi costruttori che hanno dimostrato di aver frodato i consumatori e le stesse regole degli enti regolatori, come nel caso di Volkswagen. Il colosso di Wolfsburg, con tutti i suoi marchi (Audi, Porsche, SEAT, Skoda), è stato protagonista dello scandalo "Dieselgate", che prevedeva lo sviluppo di un software per ridurre le emissioni inquinanti (soprattutto NOx) solo durante i test di omologazione.
Nel servizio di Report "Diamoci una scossa": il futuro dell'auto è elettrico?" andato in onda ieri sera su Rai3, la squadra d'inchiesta guidata da Sigfrido Ranucci dapprima si concentra sulle mancate responsabilità del Parlamento Europeo nel vigilare sullo scandalo Dieselgate – ci sono documenti che testimoniano il fatto che il presidente Tajani già sapesse da anni della manomissione delle emissioni in fase di test – e poi si dirige sulla questione dell'auto elettrica nel nostro Paese.
Il problema sono le infrastrutture
Dopo aver provato a percorrere la distanza Milano-Roma a bordo di un'auto a zero emissioni, il giornalista Manuele Bonaccorsi non può far altro che constatare che le colonnine di ricarica, in Italia, sono poche, quasi totalmente assenti dalla rete autostradale (nonostante il Governo abbia stanziato 20 milioni di euro, mai spesi) e spesso, quelle poche che ci sono, non funzionano o sono occupate da veicoli tradizionali in divieto di sosta.
E se a Milano la vita è un po' più facile grazie ad un numero di colonnine non così basso, nelle altre città l'offerta di infrastrutture è inadeguata. Così non stupisce l'esiguo numero di veicoli elettrici immatricolati in Italia nel 2017: poco meno di 5.000. Se non ci sono le postazioni di ricarica, e soprattutto se non si incentiva l'acquisto di un'auto elettrica al posto di una a gasolio, gli automobilisti non saranno mai invogliati a cambiare le proprie abitudini in un'ottica sostenibile.
La miopia di alcuni costruttori
Tutti i grandi costruttori europei, oggi, hanno un piano di elettrificazione della propria gamma, tranne FCA, che attualmente non prevede alcun modello elettrico o ibrido nel Vecchio Continente. Secondo quanto mostrato nel servizio, il motivo sta nel fatto che il CEO Sergio Marchionne reputi l'auto elettrica un'arma a doppio taglio, che "dal pozzo alla ruota" (che include anche il processo di produzione dell'energia da fonti non rinnovabili) emettono lo stesso inquinamento di un'auto a combustione interna. Peccato che diversi studi, come questo, smentiscano le parole di Marchionne e facciano fare al gruppo FCA la figura di un costruttore senza una chiara visione del futuro.
FCA, come sappiamo, per il prossimo futuro punta sul metano – e questo forse a causa di un rapporto di interessi che lega il produttore di auto nazionale a Eni – ma si tratta di una soluzione che comunque non abbatte le emissioni di anidride carbonica come invece farebbe una mobilità elettrica ben sviluppata. Esempi come la Norvegia – nonostante nel servizio non vengano menzionati i problemi di sovraccaricamento della rete – dimostrano che, volendo, la mobilità elettrica conviene a tutti.
Le eccellenze italiane
Infine, Report parla delle (poche) eccellenze italiane attive nel mondo della mobilità elettrica, tra cui Energica, che nel 2019 fornirà le proprie moto elettriche per la MotoE, il primo campionato mondiale per moto a zero emissioni. Anche in questo caso, però, alcuni componenti chiave – come le batterie – arrivano da fuori dall'Italia.
E così, Bonaccorsi si reca nelle "miniere" dell'oro bianco, il litio, materiale alla base delle celle che poi costituiranno i pacchi batterie. Non tutto è oro bianco quello che luccica, però, perché dietro l'estrazione incontrollata del litio ci sono aspetti negativi come corruzione e danneggiamento dell'ecosistema. Il servizio si conclude con una constatazione su Tesla, attualmente alle prese con grandi difficoltà produttive per la sua Model 3, l'elettrica "per tutti" venduta in USA a circa 35.000 dollari esentasse: i costruttori dotati di una visione non hanno la capacità produttiva, mentre altri che invece producono automobili da più di 100 anni non hanno una visione per il futuro della mobilità.
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