Jeep Compass: come rinnovare il DNA Jeep | DESIGN
Il segmento C-SUV in Europa ha un nuovo interessante pretendente al trono, attualmente detenuto da sua maestà Nissan Qashqai: ecco il nuovo Jeep Compass, il SUV globale che non perde un briciolo del DNA del marchio yankee per eccellenza. Del design di
Il segmento C-SUV in Europa ha un nuovo interessante pretendente al trono, attualmente detenuto da sua maestà Nissan Qashqai: ecco il nuovo Jeep Compass, il SUV globale che non perde un briciolo del DNA del marchio yankee per eccellenza.
Del design di Jeep abbiamo parlato spesso, su HDMotori.it. Non ci sono altri termini per definirlo, se non iconico. Quando però si ha a disposizione un patrimonio di questo genere, ogni nuovo modello rappresenta un rischio concreto di mandare all’aria oltre 75 anni di storia.
In questi anni, bisogna ammetterlo, il “volto" del marchio è stato più volte aggiornato, attualizzato, reinterpretato, spesso addirittura rivoluzionato. Ma il DNA Jeep, forte di alcuni tratti distintivi, non si è mai perso. Nemmeno un po’.
Il nuovissimo Compass – erede dei precedenti Compass e Patriot – poco fortunati dal punto di vista commerciale (almeno da noi) ma assolutamente aderenti al DNA Jeep – non fa eccezione. Ecco i principali dettagli che ci dimostrano che siamo di fronte all’ennesimo ottimo lavoro del team di design italo-americano.
Linea di cintura: forza, carattere ed equilibrio
Bastano queste tre parole a descrivere l’ottimo andamento della fiancata del nuovo Compass: dimenticato lo spiacevole andamento a “cuneo" della linea di cintura del Cherokee, qui la linea di cintura è parallela al terreno, salvo poi risalire leggermente in corrispondenza della terza luce laterale, le cui dimensioni ridotte creano un piacevole scompenso tra lamiera e vetro (a favore della prima). Questo accorgimento aiuta ad alleggerire la coda e nasconde i 4,42 metri di lunghezza del SUV, che sembra quindi più corto. Una linea cromata (o nera lucida, a seconda degli allestimenti), percorre la parte alta dei finestrini, collegandosi con un morbido raccordo al lunotto posteriore.
La fiancata è pura e semplice, mentre i passaruota trapezoidali appartengono al DNA della casa e fanno parte di quegli elementi “intoccabili" di cui abbiamo spesso parlato. Molto bene anche gli sbalzi ridotti e le proporzioni, che rasentano la perfezione e donano al Compass un piacevole aspetto “teutonico". Moderno il design dei cerchi in lega, dotati di 5 razze “levigate", pensate per ridurre la resistenza aerodinamica.
7 feritoie, in scala ridotta
Come ci ha insegnato Cherokee, per essere riconoscibile una Jeep deve avere necessariamente la calandra a sette feritoie, non importa in che formato e in che dimensione, che sia bi o tri-dimensionale. Qui, per esempio, i designer di Jeep hanno pensato ad una calandra di altezza davvero ridotta, dall’aspetto visivo leggero e poco appariscente. Questo ha consentito ai progettisti di lasciare maggior spazio agli altri elementi distintivi del frontale, come i fari anteriori (dotati di un bulbo sferico alogeno/xenon e piacevoli luci di posizione a LED), la protezione in plastica che comprende il portatarga e la presa d’aria anteriore, l’alloggiamento delle luci diurne, delle frecce e dei fendinebbia (tutti, purtroppo, ancora alogeni). Ben raccordati il cofano “a coperchio" e i parafanghi anteriori.
Una coda rigorosa ma sorprendente
La parte più riuscita di questo Compass è sicuramente la coda perché, pur non essendo completamente originale (si nota un’evidente parentela con il pluri-premiato Grand Cherokee ma anche del premium e affascinante Range Rover Evoque), risulta esente da particolari difetti. Anzi, qui ci sono solo pregi: il lunotto è delle giuste dimensioni ed è incorniciato da una piacevolissima modanatura che proviene dai finestrini laterali e racchiude idealmente la coda, creando un montante C di spessore elevato che dona atleticità e prestanza alla vista di tre quarti posteriore (la visuale ne viene penalizzata, ma tanto ci sono sensori e telecamere ovunque).
I gruppi ottici hanno una grafica molto moderna e una firma a LED di ottima qualità estetica, mentre il portellone è “scavato" per proteggere la targa e consentire l’alloggiamento della telecamera di retromarcia. Il paraurti, in tradizione Jeep, è in gran parte rivestito di plastica grezza, ma la presenza delle due luci retronebbia (una rarità ormai) contribuisce a rendere tutto sommato “leggera" la vista posteriore.
Dentro: anonimo ma ben fatto
Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo del nuovo Compass, possiamo accomodarci nell’abitacolo. Nulla di grave, sia chiaro, ma è evidente che, qui, la fantasia degli uomini Jeep si è persa un pochino. Il disegno complessivo della plancia, infatti, non è originalissimo, riprendendo quasi interamente la forma di quella del Cherokee, in scala ridotta.
Il bel display touch da 8,4 pollici, infatti, è fin troppo incassato in una cornice in semplice plastica, senza inserti particolari che avrebbero aiutato a spezzare la monotonia dell’abitacolo. E nemmeno la plastica che ricopre la parte superiore della plancia sembra essere di qualità (almeno estetica) eccelsa. Piacevole, invece, il quadro strumenti, con doppia strumentazione analogica corredata da un bel display TFT da 7". Semplice ma completo il volante circolare a tre razze, curato il design della plancetta inferiore, che ospita il freno a mano elettrico e la rotella del Select Terrain.
Pregevole invece il design dei sedili che, indipendentemente dal rivestimento, mostrano una forma che aiuta a contenere il corpo anche nei percorsi più accidentati. Come su Renegade, anche qui i poggiatesta sono alti e stretti, quasi integrati nel sedile.
In sintesi
In Europa Jeep Compass dovrà vedersela con rivali agguerritissimi: oltre a Qashqai, ad attenderlo (dalla seconda metà del 2017), ci saranno Volkswagen Tiguan, Ford Kuga, Hyundai Tucson, Kia Sportage, Seat Ateca e Toyota Rav-4, giusto per citarne alcuni. In un mercato dove il look conta ancora tanto, Compass non sfigurerà di certo e, anzi, svetterà come uno dei più equilibrati. Staremo a vedere, invece, sul capitolo qualità e tecnologia, ma le ottime performance dei fratelli minori Renegade e Fiat 500X possono rassicurare i vertici di FCA.