Crescente tensione sindacale in Volkswagen: verso scioperi su larga scala?
Volkswagen affronta la minaccia di scioperi: sindacati e dirigenti a confronto
Il gruppo Volkswagen si trova a fronteggiare una crescente tensione sindacale, con il rischio di scioperi su larga scala che incombe sulle sue operazioni in Germania. La disputa ruota attorno alla strategia per ristrutturare il colosso automobilistico, con dirigenti e rappresentanti dei lavoratori che si trovano in disaccordo su come affrontare la situazione.
I leader sindacali hanno proposto tagli aggiuntivi ai costi per 1,5 miliardi di euro (circa 1,6 miliardi di dollari) come misura per mantenere aperti gli stabilimenti. Questo tentativo di compromesso arriva in risposta alla posizione della dirigenza, che ha ipotizzato la chiusura di alcuni siti produttivi, una mossa senza precedenti nei 87 anni di storia dell’azienda.
Il 21 novembre, a Wolfsburg, sede centrale di Volkswagen, è stato avviato il terzo ciclo di negoziati salariali. Le parti hanno solo dieci giorni per trovare un accordo, altrimenti i sindacati hanno dichiarato che organizzeranno scioperi in tutti gli stabilimenti tedeschi del gruppo. La trattativa coinvolge 120.000 lavoratori dei sei impianti regolati da un contratto collettivo speciale, distinto da quello applicato agli altri 180.000 dipendenti in Germania.
RIDUZIONE IN VISTA
Volkswagen ha chiesto una riduzione salariale del 10%, motivandola con la necessità di contenere i costi e migliorare i margini di profitto. Questi interventi sono ritenuti cruciali per affrontare la concorrenza di produttori cinesi a basso costo e per reagire al calo della domanda di automobili in Europa. Tra le misure più drastiche prese in considerazione, l'azienda ha accennato alla chiusura di stabilimenti in Germania: un'ipotesi mai verificatasi finora.
Fonti vicine alla questione hanno rivelato che la dirigenza sta valutando la vendita degli stabilimenti di Osnabrück e Dresda. Inoltre, si ipotizza di trasformare il sito di Emden per la produzione su contratto, una mossa che potrebbe incidere sul futuro produttivo della fabbrica. Le informazioni sono emerse da persone vicine ai negoziati, che hanno preferito rimanere anonime.
Per scongiurare licenziamenti e chiusure, i sindacati hanno avanzato una serie di proposte significative. Tra queste, la rinuncia ai bonus per due anni e la creazione di un fondo per sostenere una riduzione temporanea dell'orario di lavoro nelle aree meno produttive. I rappresentanti dei lavoratori ritengono che queste misure possano consentire all’azienda di risparmiare senza compromettere l’occupazione.
Il conflitto in corso potrebbe segnare un punto di svolta per la Volkswagen, con possibili ripercussioni non solo sui lavoratori tedeschi, ma anche sulla reputazione e la stabilità dell’azienda. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se le due parti riusciranno a trovare un compromesso che possa evitare uno scontro frontale con conseguenze economiche e sociali significative.