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Antitrust UE, per BMW e il Gruppo Volkswagen multa da 875 milioni di euro

BMW pagherà la multa, mentre il Gruppo Volkswagen pensa di intraprendere un'azione legale.

Antitrust UE, per BMW e il Gruppo Volkswagen multa da 875 milioni di euro
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 9 lug 2021

L'Antitrust europeo ha inflitto una multa complessiva di 875 milioni di euro al Gruppo Volkswagen (Volkswagen, Audi e Porsche) e a BMW per aver "violato le normative UE, ostacolando lo sviluppo e il pieno utilizzo delle tecnologie sul contenimento delle emissioni dei motori diesel". Si tratta della conclusione dell'inchiesta iniziata diverso tempo fa che doveva appurare l'esistenza di un presunto cartello delle case automobilistiche tedesche nato per prendere precise decisioni tecniche sull'utilizzo di alcune tecnologie per ridurre le emissioni inquinanti dei motori diesel.

L’INCHIESTA

Nell'inchiesta era coinvolto pure il Gruppo Daimler che, però, non è stato multato in quanto aveva denunciato l'esistenza del cartello. Dunque, le indagini hanno permesso di appurare l'effettiva esistenza di questo cartello e, per questo, l'Antitrust europeo ha deciso di erogare pesanti sanzioni per BMW e il Gruppo Volkswagen. Vale la pena di notare che la Casa di Monaco di Baviera ha fatto sapere che pagherà la sua parte di multa (373 milioni di euro), mentre il Gruppo Volkswagen (502 milioni di euro) sta valutando se intraprendere un'azione legale.

Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue, ha commentato in questo modo la conclusione dell'inchiesta:

Le cinque case automobilistiche Daimler, Bmw, Volkswagen, Audi e Porsche possedevano la tecnologia per ridurre le emissioni nocive oltre quanto richiesto legalmente dagli standard di emissione Ue, ma hanno evitato di farsi concorrenza non usando appieno il potenziale di questa tecnologia per andare oltre quanto richiesto dalla legge.

Vestager evidenzia poi come il lavoro sulla riduzione sia importante per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.

La concorrenza e l'innovazione nella gestione delle emissioni nel settore auto sono essenziali affinché l'Europa raggiunga gli ambiziosi obiettivi del Green Deal. E questa decisione dimostra che non esiteremo ad agire contro tutte le forme di condotta di cartello che mettono a repentaglio questo obiettivo.

Secondo quanto emerso, le case automobilistiche coinvolte avrebbero tenuto per anni riunioni tecniche regolari tra di loro per decidere l'utilizzo sulle vetture di alcune precise tecnologie atte alla riduzione delle emissioni (in particolare riguarda l'AdBlue e i convertitori catalitici Scr). Per esempio, era stato trovato un accordo sulle dimensioni dei serbatoi di AdBlue e sul consumo medio di AdBlue. Hanno anche scambiato informazioni commercialmente sensibili su questi elementi. Non volendo farsi concorrenza, i costruttori hanno limitato l'utilizzo e lo sviluppo di queste tecnologie.

Con questa condotta, i marchi avrebbero impedito ai consumatori di poter acquistare vetture più green.

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