Trump vuole che Tesla e le altre case automobilistiche costruiscano le auto negli USA
Il presidente USA si è detto infastidito che molta della produzione delle auto Tesla (e non solo) avvenga fuori dai confini nazionali.

«Entro il prossimo anno dovranno costruire tutto in America. È questo che vogliamo». Questo è uno dei passaggi dell’intervento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in riferimento a Tesla e alle altre case automobilistiche statunitensi. Le parole di Trump, rilasciate durante la conferenza stampa in cui ha salutato l’ultimo giorno ufficiale di Elon Musk alla Casa Bianca, riaccendono le polemiche (che in realtà non si sono mai del tutto sopite) sulle politiche economiche e industriali degli Stati Uniti per il settore automobilistico.
Trump e le preoccupazioni dell’industria automobilistica
Durante la conferenza stampa, a un’esplicita domanda sull’impatto negativo dei dazi per le case automobilistiche come Tesla, Trump ha dichiarato di essere infastidito che la produzione di automobili avvenga «una parte in Canada, una in Messico, una in Europa». Mentre i dirigenti Tesla non hanno commentato le parole di Trump, ci si interroga sull’impatto delle possibili ulteriori decisioni che potrebbero derivarne.
Obiettivo dell’amministrazione Trump, infatti, è sempre più quello di riportare il più possibile negli Stati Uniti la produzione dei componenti auto. Anche in quest’ottica va analizzata e compresa la decisione di imporre dazi (che hanno raggiunto il 25% sui veicoli e i pezzi di ricambio importati). La preoccupazione delle case automobilistiche è che questa decisione, che già sta avendo ripercussioni critiche anche nel generare incertezza nel settore, interromperà le catene di approvvigionamento e farà aumentare i prezzi delle auto.
La strategia protezionistica dell’amministrazione Trump, che ha come obiettivo quello di rilanciare l’industria americana, si inserisce in un periodo storico complesso, segnato da tensioni geopolitiche e da una congiuntura economica negativa negli ultimi anni. Gli analisti temono che l’effetto finale di queste politiche sia quello di isolare il mercato statunitense e, soprattutto, rallentare l’innovazione, in particolare in un settore, come quello automobilistico, sempre più globale e interconnesso.
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