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Alta Velocità in crisi in Italia: almeno un treno su cinque arriva in ritardo

Un'indagine di Altroconsumo mette in evidenza che l'Alta Velocità in Italia è spesso in ritardo, pregiudicando la qualità del servizio

Alta Velocità in crisi in Italia: almeno un treno su cinque arriva in ritardo
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 17 set 2025

Chi viaggia spesso in treno in Italia sa benissimo che i ritardi sono purtroppo all’ordine del giorno e questo riguarda anche l’Alta Velocità. Nonostante questi treni dovrebbero consentire di muoversi rapidamente all’interno del Paese, secondo una recente indagine di Altroconsumo non è proprio così. Infatti, emerge che almeno un treno su cinque dell’Alta Velocità arriva in ritardo. In particolare, nell’indagine sono state confrontate le performance nelle principali tratte ferroviarie da cui emergono risultati interessanti.

TRENI IN RITARDO, L’INDAGINE

Insomma, l’Alta Velocità in Italia è spesso in ritardo, cosa che non dovrebbe accedere vista la finalità del servizio e i prezzi dei biglietti più alti di quelli degli altri treni. I Frecciarossa, comunque, fanno peggio di tutti e la loro competitività è incrinata a causa della cronica mancanza di puntualità. Focalizzandosi proprio sui Frecciarossa, l’analisi ha riguardato 45 tratte, da nord a sud del Paese. Sulle rotte più importanti come Milano – Roma, Napoli – Roma e Milano – Bologna sono stati monitorati circa 1.000 treni per tratta. Il risultato dei Frecciarossa? In media il 31% dei treni analizzati è arrivato in ritardo. Il caso più critico è la tratta Bari Centrale – Milano Centrale, con oltre il 70% dei treni in ritardo. Non bene nemmeno la tratta Salerno – Torino Porta Nuova dove il 53% dei treni è arrivato in ritardo. Rispetto alla tratta più significativa, cioè la Milano Centrale – Roma Termini e viceversa, i treni rilevati in ritardo sono rispettivamente il 18% e il 25%.

ITALO FA MEGLIO DEI FRECCIAROSSA

L’indagine ha voluto valutare anche la puntualità dei treni Italo. Sono state analizzate 25 tratte e in media nel 20% dei casi i treni di Italo sforano l’orario. Dunque, un risultato non certo ottimale ma migliore rispetto a quello dei Frecciarossa. La tratta più critica è il collegamento tra Napoli Centrale – Venezia Mestre, con ritardi rilevati nel 40% dei casi. Non bene nemmeno la tratta Reggio Calabria Centrale – Roma Termini con il 38% dei treni in ritardo. Anche sulla tratta fondamentale, la Milano Centrale – Roma Termini, ci sono ritardi (nel 15% dei casi), ancora di più sulla Roma – Milano (circa per il 19% dei treni).

Complessivamente, comunque, confrontando i Frecciarossa con Italo sulle tratte analizzate, emerge un vantaggio di Italo. In media i treni di Italo in ritardo sono il 20% delle tratte monitorate, contro il 26% dei Frecciarossa.

MALE GLI INTERCITY

Ma non ci sono solamente i Frecciarossa e gli Italo. L’indagine è andata oltre per analizzare più a fondo il sistema ferroviario italiano. Infatti, è stata verificata anche la puntualità degli Intercity. Rispetto ad analisi simili effettuate in passato, questa volta non è stata verificata  la puntualità dei Frecciabianca e dei Frecciargento. Tornando ai risultati, emerge che in media gli intercity sono i treni più ritardatari dell’indagine. Nelle 24 tratte analizzate, i treni hanno avuto un ritardo nel 41% dei casi. In particolare, è stata rilevata una situazione critica sulla tratta Reggio Calabria Centrale – Salerno, con ritardi rilevati per oltre l’80% dei casi. Male anche i collegamenti Lecce – Bologna Centrale e Roma Termini – Taranto con ritardi attorno al 60% dei casi.

IL NODO INDENNIZZI

Oggi sui treni Alta Velocità di Trenitalia ed Italo si rimborsa una parte del biglietto solo con un ritardo superiore ai 30 minuti. Per Altroconsumo si tratta di una soglia troppo alta considerando la tipologia del servizio che dovrebbe garantire la massima puntualità. Per questo, si chiede che questa soglia venga abbassata a 15 minuti.

Abbassando la soglia oltre la quale si ha diritto al rimborso, in base alla nostra rilevazione si darebbe un ristoro a una platea molto più vasta di passeggeri: in media i passeggeri da rimborsare sarebbero oltre il doppio. E i cittadini riceverebbero indennizzi con una frequenza molto più alta. Le Ferrovie sembrano aver fatto bene i propri conti.

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