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Guida autonoma, l'AI impara a prevedere il comportamento degli automobilisti

L'intuizione dei ricercatori è stata di appoggiarsi su nozioni e concetti sviluppati nel campo della psicologia sociale, e ha funzionato: l'AI ha dimostrato previsioni del 25% più precise rispetto a quelle precedenti.

Guida autonoma, l'AI impara a prevedere il comportamento degli automobilisti
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Francesco Rizzà
Francesco Rizzà
Pubblicato il 19 nov 2019

Una delle più importanti sfide dei sistemi a guida autonoma è riuscire a rapportarsi correttamente con gli altri occupanti della strada. Prevedere il comportamento degli altri veicoli è il focus di una nuova ricerca del laboratorio del MIT che si occupa di intelligenza artificiale, il CSAIL (Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory). Il compito del modello AI sviluppato dai ricercatori è classificare se l'azione di un guidatore è altruista o egoista.

Per esempio: il guidatore sarà aggressivo nel cercare di immettersi da una strada secondaria sulla destra, o aspetterà il proprio turno? Darà la precedenza a un incrocio oppure proverà a muoversi anche quando non è il suo turno? È difficile saperlo prima, ma è anche vero che ogni tanto – magari a livello quasi inconscio – a tutti i guidatori capita di non fidarsi di un altro occupante della strada. Il difficile è trasferire questo istinto a un software. Dice Wilko Schwarting, uno dei principali autori della ricerca:

Lavorare con, e intorno agli, esseri umani significa indovinare le loro intenzioni per capire meglio il loro comportamento. La tendenza delle persone a essere collaborative o competitive spesso si riflette nel loro comportamento da guidatori.

L'intuizione dei ricercatori è stata di appoggiarsi su nozioni e concetti sviluppati nel campo della psicologia sociale, e ha funzionato: l'AI ha dimostrato previsioni del 25% più precise rispetto a quelle precedenti. Ci vorrà ancora diverso tempo prima che questa tecnologia possa essere sperimentata su strada – e in ultimo integrata nei sistemi a guida autonoma "di serie" – ma la posta in gioco è molto alta: il pedone che ha attraversato all'improvviso e fuori dalle strisce pedonali che è rimasto ucciso dalla Volvo di Uber l'anno scorso avrebbe potuto sopravvivere.

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