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Possibile cessione di Free2move: Stellantis rivede la strategia

Free2move non sarebbe più una priorità nel nuovo piano voluto da Antonio Filosa.

Possibile cessione di Free2move: Stellantis rivede la strategia
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 2 ott 2025

Prosegue il piano di revisione strategica di Stellantis portato avanti dal nuovo amministratore delegato Antonio Filosa. Secondo alcune indiscrezioni il gruppo automobilistico starebbe valutando la cessione di Free2move, il suo servizio di car sharing, tanto che avrebbe già avviato contatti preliminari con potenziali acquirenti, anche se al momento non ci sarebbero certezze sull’esito della trattativa.

Le ragioni dietro la possibile cessione di Free2move

L’ipotesi di una vendita rientrerebbe in un piano più ampio di riorganizzazione delle attività, che punta a dismettere i rami meno redditizi per concentrare gli investimenti nei mercati e nei segmenti chiave, a partire dagli Stati Uniti. Qui Stellantis ha registrato, per la prima volta dopo oltre due anni, un aumento delle vendite trimestrali, un segnale che la strategia di rilancio sta iniziando a dare risultati. Il mercato ha accolto positivamente la notizia, con il titolo in crescita fino al 7,6% alla Borsa di Milano.

La possibile cessione di Free2move rappresenterebbe un cambio netto rispetto all’approccio del passato. Il servizio, lanciato nel 2016 da PSA e potenziato nel 2022 con l’acquisizione di Share Now (nata dalla collaborazione tra BMW e Mercedes), era uno degli assi portanti della strategia di mobilità voluta dal precedente CEO Carlos Tavares. All’epoca Stellantis parlava di espansione globale, con l’ambizione di raggiungere 15 milioni di utenti attivi e ricavi per 2,8 miliardi di euro. Free2move è attualmente operativa in diverse città europee, tra cui Parigi, Roma, Madrid e Amsterdam, oltre che a Washington, D.C., negli Stati Uniti.

Tuttavia, come accaduto anche per altri grandi gruppi automobilistici, la promessa iniziale della mobilità condivisa non si è tradotta in un modello di business realmente sostenibile. BMW e Mercedes-Benz sono usciti definitivamente nel 2022 con la vendita di Share Now a Free2move. General Motors ha chiuso Maven nel 2020, mentre Ford ha dismesso il servizio di navette condivise Chariot già nel 2019. Anche Volkswagen ha rivisto le proprie strategie, cedendo WeShare a Miles Mobility nel 2022, preferendo collaborare con operatori esterni anziché gestire direttamente il servizio. Tutti questi casi confermano le difficoltà strutturali incontrate dalle case automobilistiche nel rendere redditizia la mobilità condivisa.

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