Northvolt in difficoltà: ritardi per Porsche e altre case automobilistiche
Auto elettriche europee in bilico: il caso Northvolt e i problemi di Porsche
La spinta dell'Europa a ridurre la dipendenza dai fornitori asiatici di batterie per veicoli elettrici subisce un duro colpo: il produttore svedese Northvolt, simbolo delle ambizioni europee in questo settore strategico, ha presentato il mese scorso istanza di protezione dal fallimento negli Stati Uniti. L'azienda ha dichiarato che la procedura servirà a ristrutturare il debito e attrarre nuovi capitali, promettendo che le operazioni quotidiane continueranno come di consueto.
Secondo un rapporto pubblicato da Handelsblatt, la crisi di Northvolt potrebbe comportare ritardi significativi per diversi modelli di auto elettriche, fra cui uno dei più attesi: la versione completamente elettrica della Porsche 718. Il lancio di questo modello, inizialmente previsto per la fine del 2024, rischia di slittare a causa della dipendenza di Porsche dalle batterie agli ioni di litio ad alta densità energetica di Northvolt. Queste batterie rappresentano un elemento cruciale per il progetto della casa automobilistica, poiché consentono di ridurre il peso complessivo delle vetture grazie all'utilizzo di pacchi batteria più compatti, un aspetto essenziale per le prestazioni delle auto sportive.
QUALCHE PROBLEMA DI TROPPO
A complicare ulteriormente le cose, la 718 elettrica starebbe affrontando anche problemi tecnici legati a un componente della trasmissione, non meglio identificato, che potrebbe di per sé causare ritardi. Questo duplice ostacolo rende incerto il futuro del modello, particolarmente importante per Porsche nel panorama dell’elettrificazione.
Le ripercussioni della crisi Northvolt potrebbero estendersi anche ad altre case automobilistiche. Audi, ad esempio, aveva stretto accordi con l’azienda svedese per la fornitura di batterie destinate ai modelli basati sulla piattaforma PPE, come l’attesa A6 e-tron. Fortunatamente per il marchio tedesco, le prime versioni di questa vettura non avrebbero fatto affidamento su batterie Northvolt, dato che Audi si rifornisce anche da fornitori consolidati come CATL e LG. Questo diversificato portafoglio di fornitori potrebbe consentire ad Audi di limitare i danni e, se necessario, di rinegoziare con un altro partner per la fase successiva del progetto.
IL PEGGIO DA TESLA
Le difficoltà di Northvolt sono state in parte attribuite al suo fondatore, Peter Carlsson, che ha recentemente lasciato il ruolo di CEO in seguito all'avvio della procedura fallimentare. Fonti vicine all'azienda hanno descritto Carlsson come responsabile di una cultura aziendale ispirata ai modelli di Tesla, caratterizzata da obiettivi ambiziosi e scadenze irrealistiche. Questo approccio avrebbe portato a una serie di difficoltà operative e, più recentemente, alla rottura di un contratto multimiliardario con BMW, che ha deciso di ritirarsi dal progetto.
La crisi mette in evidenza le fragilità della filiera europea delle batterie, un settore considerato cruciale per l’indipendenza energetica e tecnologica del continente. L’epilogo di questa vicenda resta incerto, ma le case automobilistiche europee, già sotto pressione per accelerare la transizione verso l’elettrico, sono comprensibilmente in allarme.