Il ceo di Michelin non ha dubbi: il mercato dell'auto si riprenderà solo nel 2024
Il mercato auto si riprenderà nel 2024. In Europa la sfida più dura: tra valore dell'usato e normativa antinquinamento
Il mercato dell’auto potrebbe riprendersi nel 2024: difficilmente i numeri saranno confortanti prima di quella data. A dirlo è il CEO di Michelin Florent Menegaux, che in una recente intervista ha fatto delle previsioni sull’andamento delle vendite del settore automotive.
Secondo l'amministratore delegato del colosso francese dei pneumatici, le vendite di autoveicoli sono ancora penalizzate dalla carenza di semiconduttori e lo saranno ancora a lungo. Questo perché l’economia globale sembra aver avviato una lieve recessione e l’industria automobilistica, come la maggior parte degli altri comparti, a questo, aggiunge la già citata carenza di chip, l'invasione russa dell'Ucraina, i nuovi focolai di Covid-19 in Cina e dell'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime: tutti fattori che metteranno a dura prova le catene di approvvigionamento.
"Come abbiamo detto l'anno scorso, credo che non vedremo una certa ripresa prima della metà del 2023", ha dichiarato Menegaux sabato in un'intervista a Bloomberg Television.
“Mentre il mercato globale dell'auto potrebbe tornare ai livelli precedenti alla pandemia nel corso del 2024, le vendite europee potrebbero subire un rallentamento a causa dell'incertezza dei consumatori. Tanti si chiedono e si chiederanno che tipo di auto acquistare, considerando sia le norme antinquinamento più severe sia l’andamento del valore delle diverse vetture sul mercato dell’usato.
Intanto, come buona parte dell’indotto, anche Michelin è stata colpita indirettamente dalla carenza di semiconduttori: la consegna delle attrezzature utilizzate per la produzione di pneumatici, infatti, ha subito ritardi.
Oltre alla già citata questione dei semiconduttori, Michelin deve anche far fronte all'aumento dei costi di trasporto – in parte alimentata dalla mancanza di camionisti dopo che migliaia di autisti ucraini sono tornati in patria per combattere l'invasione russa – e all'impennata dei prezzi dell'energia, soprattutto in Europa. Secondo il CEO, la vendita di pneumatici per auto nuove rappresenta solo il 13% del fatturato del gruppo.
L'azienda ha ritoccato verso l’alto i prezzi degli pneumatici tre volte negli ultimi sei mesi per proteggere i margini da un aumento dei costi di produzione stimato a 2,4 miliardi di euro quest'anno. "Fortunatamente, i nostri clienti sono ancora disposti a pagare per i nostri pneumatici", ha dichiarato. "Abbiamo vissuto un accumulo di elementi di crisi senza precedenti", ha infine aggiunto. "Ora sappiamo come operare in questo ambiente frenetico".