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Geely conferma che non costruirà stabilimenti in Europa e negli Stati Uniti

Il CEO di Geely ha spiegato le ragioni di una scelta strategica diversa rispetto a quella di altri marchi cinesi.

Geely conferma che non costruirà stabilimenti in Europa e negli Stati Uniti
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 10 giu 2025

Per i produttori cinesi uno dei principali modi per aggirare l’impatto dei dazi commerciali sull’importazione di auto è costruire i propri modelli direttamente in Europa e negli Stati Uniti. Per diverse case automobilistiche c’è una vera e propria corsa ai migliori siti produttivi in Europa e negli USA. A tirarsi fuori da questa strategia c’è invece Geely, che, per stessa ammissione di Li Shufu, fondatore e CEO del gruppo, ha dichiarato di non voler costruire fabbriche in Europa.

Le ragioni dietro la decisione di Geely

Durante una riunione interna, di cui Geely ha pubblicato anche una registrazione video, Li Shufu ha dichiarato che non costruiranno stabilimenti in Europa e negli Stati Uniti per la stagnazione della globalizzazione nel settore automotive e per una sovraccapacità produttiva a livello globale.

Secondo il CEO di Geely, alla base di questa decisione ci sono le criticità legate alle questioni geopolitiche degli ultimi anni, come guerre commerciali, politiche sui dazi e una maggiore attenzione alle produzioni industriali interne. Inoltre, la produzione globale di auto è a suo avviso superiore alla domanda effettiva del mercato.

Al netto delle legittime valutazioni di Li Shufu, bisogna anche definire qual è la peculiarità del gruppo Geely che la differenzia dagli altri produttori, in modo particolare da BYD, Chery e Leapmotor che hanno al contrario deciso di investire nella produzione in Europa. Geely, infatti, è una holding che controlla diversi marchi tra cui Zeekr, Polestar, Lotus e Volvo (oltre a essere azionista di Mercedes). Questo vuol dire che tramite le sue controllate, Geely gestisce già stabilimenti in Europa (in modo particolare in Belgio e in Svezia) e negli Stati Uniti (nella South Carolina).


Parallelamente tra le partnership strategiche di Geely c’è anche quella con Renault ed è quindi più plausibile la volontà di Li Shufu di consolidare queste collaborazioni invece di investire nella costruzione di nuovi stabilimenti. Con Renault, per esempio, Geely ha già avviato in Corea del Sud la produzione della Polestar 4 che Renault Korea Motors produce per conto del colosso cinese.

Come Geely sta consolidando la sua presenza internazionale

La strategia commerciale del CEO di Geely non è limitata solamente all’Europa e agli Stati Uniti: infatti, a differenza di altri produttori cinesi che hanno investito in stabilimenti in Messico per servire il mercato nordamericano, Geely non sembra dare priorità a questa soluzione. Al contrario, il gruppo punta a rafforzare la cooperazione con partner occidentali in mercati emergenti, con particolare attenzione al Sud-est asiatico. In Malesia, per esempio, Geely è intenzionata ad accelerare la localizzazione dei componenti e lo sviluppo di una forza lavoro qualificata, considerandola una tappa fondamentale per espandere la propria presenza internazionale senza dover costruire nuove fabbriche in Europa o negli Stati Uniti.


La scelta di non costruire stabilimenti — che comporterebbe costi ingenti: acquisto dei terreni, costruzione degli impianti, acquisto dei macchinari e assunzione del personale — tiene probabilmente conto anche delle dinamiche interne al mercato cinese. Qui, infatti, c’è un ribasso dei prezzi (guidato da BYD) con cui inevitabilmente bisogna fare i conti.
Nonostante questa decisione, Geely è particolarmente attiva fuori dai confini nazionali. Solo il mese scorso c’è stato il debutto del Galaxy M9, il SUV che fa parte del piano industriale “Five by Five con il quale Geely mira a consolidare il marchio a livello internazionale.
 
[FONTE]

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