Perché si tagliano e rubano i cavi per la ricarica? Le aziende provano a correre ai ripari
Il fenomeno danneggia gli automobilisti e provoca ingenti danni economici alle aziende; si sta correndo ai ripari, ecco come

Il fenomeno sta crescendo e sta diventando un problema serio. Di cosa parliamo? Del furto dei cavi delle colonnine per la ricarica. Ne abbiamo scritto diverse volte e abbiamo visto che i produttori di colonnine e gli operatori infrastrutturali stanno corredo ai ripari per cercare un modo per arginare questo fenomeno che crea problemi agli utenti visto che trovano colonnine non operative ed ingenti danni economici alle aziende che sono costrette ad intervenire per effettuare le riparazioni.
PERCHÉ SI RUBANO I CAVI PER LA RICARICA?
Atti vandalici a parte che sono un discorso differente, perché si sta diffondendo il fenomeno del furto dei cavi per la ricarica? Il motivo è da ricercarsi nel fatto che i cavi contengono rame che una volta rimosso può essere venduto. Grossomodo si stima che ogni cavo contenga un valore di circa 40 euro in rame (valore che può essere inferiore o superiore a seconda della tipologia del cavo). Dunque, dietro c’è un’attività criminale ben specifica che si sta occupando di recuperare il rame per poi rivenderlo.
Per inquadrare meglio il problema, diamo giusto qualche numero citando il caso della Germania. EnBW gestisce la più grande rete di ricarica rapida della Germania con oltre 7.000 punti. A settembre, aveva raccontato che dall’inizio dell’anno erano andati persi, cioè rubati, più di 750 cavi di ricarica. Danno milionario secondo l’azienda.
DANNI PER LE AZIENDE E PER GLI UTENTI
Chiaramente un colonnina che va off-line rappresenta un problema per gli utenti che guidano un’auto elettrica visto che si troveranno meno punti di ricarica a disposizione. Nel caso in questione parliamo di quelli Fast e Ultra Fast con i cavi integrati che sono fondamentali per poter rifornire rapidamente durante un viaggio. Il danno è poi anche per le aziende. Le riparazioni possono costare diverse migliaia di euro a colonnina. Inoltre, nel conto vanno messi anche i mancati introiti durante il periodo di inattività dei punti di ricarica. Insomma, problemi e danni per tutti causati da questo fenomeno criminale.
COME PRTEGGERE LE COLONNINE?
Negli ultimi mesi abbiamo visto diverse iniziativa in tal senso. Si parla di cavi per la ricarica maggiormente resistenti ai taglio, per arrivare a sistemi d’allarme integrati nelle colonnine, in particolare in quelle collocata in aree più a rischio. Ultimamente abbiamo visto l’idea di collocare dei GPS nei cavi per rintracciare i loro movimenti. Le idee per arginare il problema sono molte e contestualmente si chiedono pure pene più severe per chi commette questi illeciti.