Ferrari, vinta la battaglia legale: il marchio Testarossa è suo
I giudici danno ragione alla Ferrari

Il marchio Testarossa torna nelle mani di Ferrari. Una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (qui si può leggerla per un approfondimento) ha annullato una decisione presa dall’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (Euipo) che in passato aveva stabilito che erano decaduti i diritti del Cavallino Rampante sul marchio Testarossa per alcuni prodotti tra i quali auto, modellini, pezzi di ricambio e accessori. Questa sentenza sembra quindi mettere la parola fine ad una lunghissima controversia giudiziale.
IL CASO
Tutti conoscono bene la Ferrari Testarossa prodotta tra il 1984 e il 1996 e nel 2007, Maranello aveva chiesto la protezione nell’Unione Europea di questo marchio. Tuttavia, tra il 2010 e il 2015, tale marchio non era stato oggetto di un “uso effettivo” all’interno dell’Unione Europea per i prodotti per i quali era stato registrato, secondo l’Euipo. In tale contesto, il 7 settembre 2015 l’imprenditore tedesco Kurt Hesse che produce modellini, ha presentato una domanda di annullamento degli effetti della registrazione internazionale. Sfruttando l’assenza di un uso effettivo del marchio per un periodo ininterrotto di cinque anni, Euipo, con decisione del 16 dicembre 2016, aveva stabilito che la Ferrari era decaduta dai suoi diritti sul marchio Testarossa.
A febbraio 2017 è poi arrivato il ricorso della Ferrari che adesso è stato accolto e quindi Maranello torna a disporre dei pieni diritti sul marchio Testarossa.
RICORSO ACCOLTO
Insomma, la Corte ha accolto il ricorso del Cavallino Rampante, annullando quanto deciso anni fa dall’Euipo. Nel testo della sentenza si possono approfondire le motivazioni. Comunque, per quanto riguarda, ad esempio, il mercato auto, sebbene la produzione della sportiva si sia interrotta nel 1996, modelli di seconda mano sono stati comunque commercializzati da concessionari o distributori autorizzati anche negli anni successivi e questo ha garantito l’identità di origine dei prodotti. In breve, c’è stato un “utilizzo” effettivo del marchio Testarossa da parte di terzi con il consenso del titolare, tramite autorizzazione che “stabilisce un legame tra tali due società” che quindi assicura l’autenticità del prodotto. A grandi linee, la stessa cosa vale per ricambi ed accessori. Secondo il tribunale, Ferrari ha concesso un “consenso esplicito” e quindi ha mantenuto l’uso del marchio.