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Cosa succede agli aerei parcheggiati? Ecco come li coccola Qantas

Qantas mostra di quali attenzioni ha bisogno un velivolo fermo, parcheggiato a causa della panedemia.

Cosa succede agli aerei parcheggiati? Ecco come li coccola Qantas
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Gabriele Arestivo
Gabriele Arestivo
Pubblicato il 20 apr 2020

Un giorno si calcoleranno i numeri di questa pandemia e della risonanza che ha avuto e sta tuttora avendo anche sul settore dell'aeronautica, tra i più colpiti dal lockdown globale. Perdite di centinaia di miliardi di dollari per il solo anno in corso e migliaia di aerei a terra, parcheggiati negli aeroporti ma anche in zone estremamente remote per risparmiare sull'affitto. Alcuni dei principali hub europei, infatti, chiedono fino a $285 all'ora per prendersi cura di un singolo velivolo mentre nella sperduta Roswell, New Mexico, si arriva ad un massimo di $14 al giorno. 

Il problema da risolvere non è solo di spazio: prima del Covid-19 si calcolavano in media 20.000 aerei contemporaneamente in cielo in tutto il mondo, sempre, adesso la maggior parte è in attesa e non possono restare spenti a porte chiuse. A mostrare tutte le cure necessarie in questo periodo eccezionale ci ha pensato Qantas, la compagnia di bandiera australiana che come tante altre ha spostato le operazioni negli hangar. 

Prima di tutto gli aerei devono muoversi, se non in cielo almeno nelle piste con delle passeggiate programmate che permettono di far girare le ruote e meccanismi connessi. Bisogna poi pulirli all'interno e all'esterno, non si tratta di rimuovere solo lo sporco ma di proteggere anche certi punti sensibili dagli insetti e da eventuali nidi, sensori e motori sono così ben coperti dall'esterno. Naturalmente si scherma anche la cockpit per evitare che si scaldi troppo all'interno. A seconda del modello vanno poi attivate le turbine, lo si può fare ogni 15 o 30 giorni

I posti caldi sono preferiti per il parcheggio, soprattutto se il tasso di umidità è molto basso e si evita così la corrosione delle parti metalliche. Per fortuna è arrivata la bella stagione anche dalle nostre parti e questo dovrebbe facilitare le operazioni a terra, ma resta ancora da capire come e quando gli aerei potranno tornare in cielo e riprendere le rotte principali, magari seguendo il modello di Emirates con test sierologici per tutti i passeggeri prima dell'imbarco. 

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