Cerca

BMW: i dazi di Trump? Nel 2025 un impatto sui profitti di 1 miliardo di euro

BMW riorganizza le sue strategie produttive tra Cina e USA a causa dei dazi

BMW: i dazi di Trump? Nel 2025 un impatto sui profitti di 1 miliardo di euro
Vai ai commenti 31
Mario Brambilla
Mario Brambilla
Pubblicato il 14 mar 2025

BMW si trova al centro delle tensioni commerciali globali, con l'escalation della guerra tariffaria tra Stati Uniti e Unione Europea che minaccia di erodere i suoi guadagni per il 2025. La casa automobilistica tedesca ha stimato che le nuove tariffe imposte potrebbero ridurre i profitti di circa 1 miliardo di euro nel corso dell’anno.

Il colosso di Monaco di Baviera ha previsto per il prossimo anno un margine di profitto compreso tra il 5% e il 7% nel settore automobilistico, considerando gli effetti delle tariffe europee sui veicoli elettrici importati dalla Cina e i dazi statunitensi del 25% su acciaio, alluminio e auto provenienti dal Messico. Un ulteriore inasprimento delle misure protezionistiche potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, colpendo BMW più di altri marchi, dato che l’azienda è il principale esportatore automobilistico per valore dagli Stati Uniti e vende oltre metà dei veicoli prodotti in Germania al di fuori dell’Europa.

È TEMPO DI CAMBIAMENTI

Nonostante il contesto sfavorevole, il management della compagnia mantiene un atteggiamento fiducioso, suggerendo che le tariffe potrebbero non rimanere in vigore per l’intero anno. "Se lo scenario cambia, anche le nostre previsioni si adegueranno", ha dichiarato il CFO Walter Mertl durante la conferenza annuale sui risultati. Nel frattempo, le azioni BMW hanno registrato un incremento dello 0,7%, mentre l’indice DAX tedesco ha segnato un rialzo dell’1,6%, trainato dalle notizie su un accordo sul debito nazionale.

La concorrenza sul mercato cinese e i dazi statunitensi rappresentano una doppia sfida per le case automobilistiche tedesche, da sempre dipendenti da questi mercati. La crescente competizione nel settore elettrico in Cina e le restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti stanno infatti costringendo BMW a ripensare le proprie strategie produttive. Secondo Reuters, l’azienda starebbe progettando una nuova variante del crossover Model Y nello stabilimento di Shanghai, mentre gli esperti sottolineano che un maggiore spostamento della produzione negli USA potrebbe mitigare i danni, ma a costi elevati.

PER ORA, NIENTE TAGLI

Nonostante le difficoltà, BMW esclude un’imponente riorganizzazione in Europa, a differenza di Porsche, Mercedes-Benz e Audi, che stanno già intervenendo sui costi. Il gruppo ha dichiarato di non prevedere tagli al personale in Germania, pur avendo registrato nel 2024 un calo del 36,9% dell’utile netto, sceso a 7,68 miliardi di euro a causa delle deboli vendite in Cina e Germania e dei ritardi nelle consegne dovuti a problemi ai freni. L’utile dell’ultimo trimestre ha segnato un crollo del 41%, confermando i timori già espressi a gennaio.

Per compensare le difficoltà, BMW ha annunciato un payout ratio del 36,7%, tra i più elevati nella sua storia, con un dividendo di 4,32 euro per azione privilegiata per il 2024, in calo rispetto ai 6,02 euro dell'anno precedente.

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento