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Economia circolare e automotive, il Gruppo BMW scrive le regole del gioco

A 30 anni dall’inizio del percorso, il Gruppo BMW celebra le pietre miliari raggiunte dal progetto RDC, finalizzato all’economia circolare dell’automotive

Economia circolare e automotive, il Gruppo BMW scrive le regole del gioco
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Giulia Favetti
Giulia Favetti
Pubblicato il 11 set 2024

In tempi non sospetti, qualcuno, in quel di Monaco di Baviera, deve aver sollevato l’idea di investire nell’economia circolare, gettando le basi del progetto di ricerca Car2Car per riciclare quasi totalmente i materiali che compongono una vettura, come acciaio, alluminio, rame e plastica.

Trent’anni dopo, il Gruppo BMW celebra il successo di quell’idea pionieristica, che l'ha resa la leader dell’economia circolare nel settore automobilistico, grazie al know-how acquisito.

Da tre decenni infatti, il Recycling and Dismantling Centre (RDC) del BMW Group sviluppa, testa e condivide le migliori tecnologie e i più efficienti processi di riciclaggio di parti e materiali (sia nobili, sia comuni) che compongono le vetture che circolano sulle nostre strade.

L’ESPERIENZA DI BMW AL SERVIZIO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

L’esperienza acquisita da BMW è legata al lavoro portato avanti dal RDC, che ogni anno ricicla diverse migliaia di veicoli, alcuni arrivati a fine vite o incidentati, altri che non sono mai stati messi su strada.

Parliamo, in questo caso, delle vetture di pre-serie, utilizzate duranti i test che mettono in prova le loro prestazioni e il livello di sicurezza. Non potendo essere vendute, vengono inviate al centro RDC, per essere smantellate e riciclate.

Questo passaggio non è solo remunerativo dal punto di vista economico, perché permette di recuperare la quasi totalità dei materiali usati, ma anche strategico, perché assicura il più alto livello di “riciclabilità” delle auto prodotte dalla Casa di Monaco di Baviera. 

Per fare un esempio in questo senso, l'incollaggio di alcuni materiali è stato sostituito da soluzioni innovative di giunzione, che favoriscono il recupero delle materie utilizzate.

Non solo: dal 1994 ad oggi, il centro RDC è diventato un punto di riferimento in tutto il mondo per sviluppare l’economia circolare dell’automotive, anche grazie alla piattaforma di libero accesso e libero scambio IDIS (International Dismantling Information System), dove periodicamente vengono caricate le più aggiornate informazioni sui sistemi e i processi migliori per il riciclo dei materiali che compongono una vettura.

I dati sono disponibili gratuitamente per le aziende di riciclaggio di tutto il mondo; ad oggi, afferma il Gruppo BMW, sono circa 3.000 le organizzazioni, sparse su 32 Paesi, che utilizzano il database, contribuendo a diffondere e ad applicare i processi di recupero promossi dal marchio tedesco.

COME SI ARTICOLA IL PROCESSO DI RICICLAGGIO DI BMW

Quando un veicolo arriva presso l’RDC, le prime operazioni a cui è soggetto riguardano il “drenaggio” di tutti i fluidi in circolazione, come olio, liquido refrigerante, e così via; anche le sostanze pirotecniche contenute negli airbag vengono “neutralizzate” tramite un processo brevettato da BMW Group, in modo che l’auto possa essere smantellata in totale sicurezza.

La seconda fase vede gli operai fare una cernita di tutti i singoli componenti, individuando quelli che possono essere facilmente smontati e riutilizzati su altre vetture perché ancora in ottime condizioni e perfettamente funzionanti.

Successivamente si passa allo smontaggio meccanico del resto del veicolo, durante il quale alcuni materiali, come il rame contenuto nei cablaggi, vengono separati con un escavatore appositamente progettato. Una volta rimossi il blocco motore e il cambio, il resto del veicolo viene pressato e triturato in un impianto di riciclaggio esterno.

Questa fase è la più delicata e la più importante, perché smantellare correttamente i metalli permette il loro recupero in alte percentuali, trasformando i rottami nella materia prima che verrà utilizzata per assemblare una nuova vettura. Anche in questo caso, l’ecologia abbraccia l’economia di scala, permettendo di generare importanti profitti tramite il recupero di metalli preziosi, come il rame.

L’elettrificazione del marchio ha avuto, ovviamente, ripercussioni anche sul centro RDC, che ha iniziato ad attrezzarsi per il riciclo a circuito chiuso dei pacchi batteria delle auto elettriche, lavorando a stretto contatto con start-up e Università.

Esattamente come per le auto termiche, il centro intende farsi pioniere dei processi e delle migliori strategie di trattamento, recupero e riciclo delle componenti contenute nelle batterie ad alta tensione.

Anche in questo caso, i dati e le conoscenze acquisite verranno caricati sulla piattaforma IDIS per la loro libera diffusione

LA NASCITA DEL CONSORZIO CAR2CAR, GUIDATO DA BMW

L’esperienza pluridecennale vantata da BMW l’ha portata al timone del progetto di ricerca Car2Car, voluto e finanziato dal governo federale tedesco per aumentare l’efficienza economica e la resilienza del settore automobilistico.

In questo nuovo progetto, il centro RDC ricopre il ruolo di pietra angolare su cui verrà sviluppata la ricerca, che vede il Gruppo collaborare con membri dell'industria del riciclaggio, aziende di lavorazione delle materie prime e scienziati.

Ad oggi sono già stati compiuti passi importanti verso la circolarità del settore, che prevedono, fra le altre cose, la semi-automazione di alcuni processi di smontaggio, in modo da rendere economicamente vantaggiosa la scelta di utilizzare materiali riciclati.

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