ACEA, le case automobilistiche chiedono un rinvio di 2 anni degli obiettivi di CO2
L'industria automotive europea è preoccupata sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri entro il 2025. Per questo, l'associazione chiede un rinvio di due anni degli obblighi

Luca de Meo aveva lanciato pochi giorni fa un allarme molto preciso. Tutti parlano della scadenza del 2035 quando in realtà c'è un problema da affrontare già nel 2025. Infatti, come ha evidenziato il manager italiano, l'industria automobilistica europea potrebbe dover pagare multe pari a 15 miliardi di euro per le emissioni di CO2 eccessive dovute al rallentamento della domanda di veicoli elettrici.
Il motivo? Nel 2025 le case automobilistiche dovranno affrontare obiettivi UE più severi in materia di CO2, poiché il limite massimo delle emissioni medie delle vendite di nuovi veicoli scenderà a 93,6 grammi/km (116 grammi/km di CO2 nel 2024). Visto che le vendite delle auto elettriche non crescono come ipotizzato, molti costruttori rischiano di non centrare l'obiettivo UE. Dunque, si rischia una multa pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso per km moltiplicato per il numero di veicoli venduti.
Su questo tema è intervenuta adesso direttamente ACEA (di cui De Meo è anche presidente) che sottolinea le preoccupazioni in aumento dei costruttori sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri entro il 2025. Per tale motivo, l'associazione chiede di rinviare di due anni l'applicazione dei nuovi limiti.
RINVIARE GLI OBIETTIVI DEL 2025
Secondo ACEA, nell'Unione Europea mancano ancora le condizioni chiave per l'adozione su larga scala di automobili e furgoni a emissioni zero. Criticità che riguardano le infrastrutture di ricarica e per il rifornimento di idrogeno, un ambiente produttivo competitivo, energia verde a prezzi accessibili, incentivi fiscali e all'acquisto e un approvvigionamento sicuro di materie prime come idrogeno e batterie.
L'associazione cita anche il recente report sulla competitività di Mario Draghi in cui si evidenzia che il "settore automobilistico è un esempio chiave di mancanza di pianificazione UE, applicando una politica climatica senza una politica industriale".
Dunque, per ACEA questa ambiziosa transizione non può essere realizzata dall'industria da sola in nessuna parte del mondo, e ancora meno in assenza di misure politiche coerenti per mantenere la competitività del settore automobilistico e facilitare l'adozione di veicoli a zero emissioni nell'UE.
Le aziende che hanno aderito ad ACEA sono pienamente impegnate nel raggiungimento obiettivi climatici di Parigi. Tuttavia, l'associazione aggiunge che appare chiaro che la transizione deve essere resa più gestibile.
Per tale motivo si chiede che venga rivisto il regolamento delle emissioni di CO2 per valutare i progressi nel mondo reale rispetto ai livelli di ambizione e per adottare misure appropriate.
VOLKSWAGEN: RIVEDERE GLI OBIETTIVI SULLE EMISSIONI
Sul tema è intervenuto anche il presidente del Gruppo Volkswagen, Hans Dieter Pötsch, che ha esortato l'Unione Europea a modificare i propri obiettivi sulle emissioni e a fare chiarezza all'industria automobilistica. Il manager ha affermato che i politici hanno fissato ambizioni climatiche difficili, ma non hanno ancora pensato a fondo ai passaggi necessari per arrivare a quel traguardo. Gli obiettivi devono essere "adattati alla realtà" per dare più tempo al settore.
La mobilità elettrica è il futuro della mobilità individuale ma, e non lo sottolineerò mai abbastanza, i politici hanno dato obiettivi al settore senza che fossero disponibili le infrastrutture necessarie e senza considerare se i clienti fossero coinvolti nel viaggio.