Appello al Governo della filiera auto: serve una strategia per la mobilità elettrica
Serve un piano strutturale per la transizione ecologica.

Nella Legge di Bilancio 2022, come sappiamo, il Governo non ha inserito nuovi incentivi per l'acquisto delle auto. Inoltre, nel testo non è presente nemmeno una strategia per la transizione energetica del settore automotive e per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica private. Eppure, in Italia si parla già dello stop alle vendite delle auto a benzina e diesel per il 2035.
ADICONSUM, ANFIA, ANIE, ASSOFOND, CLASS Onlus, MOTUS-E, UCIMU e le imprese e i lavoratori delle filiere produttive e commerciali dell’automotive, delle fonderie, dei macchinari industriali, dell’energia e della mobilità elettrica hanno deciso di lanciare un appello al Governo chiedendo la definizione di un piano strutturale per la mobilità elettrica. Una strategia definita di vitale importanza per non interrompere il trend di crescita degli ultimi anni nel momento in cui è necessaria una rapida accelerazione verso la transizione ecologica.
LE PROPOSTE
Queste organizzazioni che rappresentano la filiera automobilistica sottolineano che senza interventi strutturali, molto probabilmente nel 2022 la quota di mercato dei veicoli a zero o ridottissime emissioni precipiterà.
Mentre l’anno scorso è iniziato con una quota del 4,7% e si è concluso con il 13,6% di dicembre, quest’anno rischia di assestarsi su valori tra il 6 e il 7%, ben lontani dalle previsioni per gli altri Paesi europei.
Le organizzazioni aggiungono che senza interventi, l’Italia sarebbe meno competitiva nel confronto con altri Paesi dove sono stati predisposti pacchetti di misure per agevolare l'installazione di una capillare rete di ricarica, anche privata. I firmatari di questo appello giudicano strategicamente pericolosa la totale assenza di programmazione e di misure adeguate al momento storico e al peso industriale, economico e sociale dei comparti rappresentati.
Proprio per questo, chiedono al Governo un intervento urgente per predisporre un piano strategico. Le organizzazioni hanno messo sul tavolo tre proposte.
- Prosecuzione dell’ecobonus nel triennio 2022-24 con una progressiva rimodulazione degli incentivi nel tempo.
- Interventi per le infrastrutture di ricarica private: prosecuzione del credito di imposta del 50% per le utenze domestiche, le piccole imprese e partite IVA e una misura per lo sviluppo della ricarica all’interno dei condomini. Andrebbe inoltre aggiunta l’inclusione delle spese per la ricarica nei sistemi di welfare aziendale, come oggi già avviene per le carte carburante, e la previsione di una specifica tariffa elettrica dedicata alla mobilità privata, simile alla tariffa domestica.
- Infine, per la transizione delle imprese della filiera, misure a sostegno della riconversione industriale e dei lavoratori, indispensabili per non perdere competitività.
Senza questi interventi, per i firmatari dell'appello, lo sviluppo della mobilità elettrica rischia di restare bloccato interrompendo la crescita di un mercato che, dal 2018 ad oggi, ogni anno ha raddoppiato il suo valore e sul quale sono basati gli impegni presi dall’Italia in sede europea per la riduzione delle emissioni al 2030.