Urso, sull'auto l'UE deve agire subito. Ampia convergenza sulla proposta italiana
L'automotive sarà una delle priorità chiave della nuova Commissione

Il ministro Urso si è detto soddisfatto dell'ampia convergenza dei Paesi UE sul documento che ha presentato al Consiglio Competitività a Bruxelles che riguardava il futuro del settore automotive. Nel corso della riunione è stato infatti discusso il non-paper sul settore dell’automotive europeo promosso non solo dal nostro Paese ma pure dalla Repubblica Ceca e firmato anche da Austria, Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Malta e Romania. A quanto pare, durante la discussione, si sono aggiunti una serie di interventi da parte di altri Paesi a sostegno della posizione italiana. Al termine dell'incontro, il ministro Urso ha dichiarato:
Siamo particolarmente soddisfatti dell’ampia convergenza di posizioni espressa dai Paesi UE sul nostro non-paper, relativo al settore automotive europeo. Una proposta che, di fatto, si colloca oggi al centro dell’agenda della Commissione Europea. Come sottolineato oggi dalla vicepresidente Margrethe Vestager, la presidente Ursula von der Leyen ha confermato il suo impegno diretto su questo dossier. Questo rafforza l’importanza strategica del tema, cruciale per l’industria e l’occupazione in Europa, e ci rassicura sul fatto che sarà una delle priorità chiave nei primi 100 giorni della nuova Commissione.
COSA PROPONE IL DOCUMENTO?
Il documento promosso dall'Italia, come già noto, si pone l'obiettivo di portare l'Unione Europea a riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Non viene messo in discussione l'obiettivo finale e la data, tuttavia il nostro Paese ritiene che gli obiettivi si ritengono sostenibili e realisticamente raggiungibili solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento.
I Paesi chiedono inoltre di anticipare anche la revisione degli standard di emissione dei veicoli pesanti, attualmente fissata al 2027. Il documento ribadisce pure la necessità di seguire la strada della neutralità tecnologica, come indicato da Report di Draghi. In questo modo si potrà aprire la strada ad una gamma più ampia di soluzioni per l’alimentazione a basse emissioni dei veicoli, compresi i motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile, che dovrebbero essere presi in considerazione attraverso il corretto utilizzo di propulsori alternativi.
Un approccio di calcolo delle emissioni “alternativo”, che permetterebbe di sostenere la competitività dell’industria europea, salvaguardando al contempo i posti di lavoro e promuovendo un approccio tecnologico diversificato.
Secondo il non-paper servono poi risorse comuni per sostenere il settore, con l’obiettivo di recuperare competitività sul piano globale, promuovendo un piano di incentivi per i consumatori europei, che siano stabili, continuativi e duraturi nel tempo. Necessario poi un impego concreto per garantire all’Europa una vera autonomia strategica nelle tecnologie green, a partire dall’approvvigionamento di materie prime critiche indispensabili per la produzione di batterie elettriche e per il consolidamento della filiera industriale del continente.
RIVEDERE I LIMITI DELLE EMISSIONI DEL 2025
Il documento promosso dall'Italia e dalla Repubblica Ceca punta poi il dito sulla necessità di cambiare le regole sulle emissioni previste per il prossimo anno che potrebbero portare l'UE a multare pesantemente le case automobilistiche che non riuscirebbero a rispettarle.
I Paesi evidenziano come il rallentamento nella diffusione dei veicoli elettrici renda complesso rispettare i primi target intermedi previsti dal regolamento, come quello del 15% di riduzione delle emissioni di Co2 entro il 2025. Una clausola che porterebbe a pesanti sanzioni previste per le aziende non conformi, che potrebbero tradursi in una cifra complessiva tra i 15 e i 17 miliardi di euro nel 2025.