Accise sul diesel: ecco quanto potrebbe costare l'allineamento alle famiglie
Secondo Unem valutando lo scenario più estremo, si rischierebbe una stangata da quasi 2 miliardi di euro senza considerare le conseguenze sul trasporti merci

Il tema dell'aumento delle accise sul diesel continua a far discutere. Il Governo, come sappiamo, è intervenuto affermando che non ci sarà alcun rincaro ma che si sta lavorando ad un meccanismo di allineamento tra i livelli delle accise che gravano su benzina e diesel. L'intervento non sarà quindi un semplice aumento delle accise sul diesel portandole al livello di quelle delle benzina, quanto piuttosto una rimodulazione delle due.
Ma quanto potrebbe costare questo "allineamento" alle famiglie? C'è chi ha fatto i conti prendendo come scenario quello più estremo e cioè nel caso in cui l’allineamento delle attuali aliquote si traducesse nell’equiparazione dell’accisa sul gasolio a quella della benzina.
QUANTO COSTEREBBE?
Questo scenario con i relativi calcoli è stato ipotizzato da Unem (Unione Energie per la Mobilità), associazione che deriva da Unione Petrolifera e rappresenta le principali Aziende che operano in Italia nell’ambito della raffinazione, dello stoccaggio e della distribuzione di prodotti petroliferi.
Stando a quanto racconta l'associazione, il carico fiscale totale (accise + Iva) sulla benzina è di 1,041 euro/litro (di cui 0,313 di Iva) pari al 60% del prezzo al consumo, mentre sul gasolio di 0,909 euro/litro (di cui 0,292 di Iva) pari al 56%. Nel caso del gasolio si tratta della tassazione più alta tra i 27 Paesi europei.
Unem spiega che l'ipotesi su cui sta lavorando il Governo andrebbe ad introdurre un principio di allineamento delle aliquote fiscali che tenga conto delle raccomandazioni della Commissione europea in materia di sussidi ambientali dannosi (SAD)” che, secondo il MEF, “non si tradurrà nel semplice innalzamento delle accise sul gasolio”.
Vengono considerati SAD "i vari sussidi introdotti a sostegno di particolari categorie professionali, come gli agricoltori o gli autotrasportatori, nonché la differenza di trattamento fiscale tra benzina e gasolio (circa 3,4 miliardi di euro)".
Dunque, ipotizzando uno scenario "estremo" in cui l’allineamento delle attuali aliquote si traducesse nell’equiparazione dell’accisa sul gasolio a quella della benzina ci sarebbe immediatamente un aumento dei prezzi al consumo del gasolio di 13,5 centesimi di euro al litro, includendo la componente dell’Iva (pari al 22% del prezzo industriale maggiorato delle accise).
Rincaro che per le famiglie significherebbe un aumento di spesa di 70 euro all'anno. Si tratterebbe complessivamente di una stangata pari a quasi 2 miliardi di euro all'anno.
Ma non basta perché l'aumento dei costi del diesel avrebbe conseguenze anche sul trasporto delle merci e passeggeri con mezzi che non usufruiscono delle agevolazioni di accisa oggi previste (mezzi pesanti inferiori alle 7,5 tonnellate e mezzi pesanti ante euro V).
Visto questo scenario, Unem chiede al Governo "che l'intervento sia complessivo e riveda la fiscalità di tutti i prodotti energetici in base alla loro impronta carbonica, in linea con la revisione della direttiva sulla tassazione energetica in corso a livello europeo, intervenendo anche sulla fiscalità dei prodotti rinnovabili, quali i biocarburanti valorizzati anche nel recente aggiornamento del PNIEC, oggi ancora sottoposti alla stessa accisa dei prodotti fossili (benzina e gasolio) che vanno a sostituire".