Gli italiani non rinunciano all'auto, ma con prezzi alle stelle si guarda più alle asiatiche
L’indagine annuale sulla mobilità condotta da Aniasa
Quasi 3 italiani su 4 utilizzano in modo ricorrente un mezzo privato, la propria automobile. Nonostante i prezzi da mesi siano schizzati alle stelle, malgrado i costi di mantenimento sempre più alti e le altre sfide economiche del momento storico attuale, gli italiani alla praticità e alla flessibilità dell'auto proprio non rinunciano. C'è chi non può farne a meno per lavoro e chi per altre ragioni, ma la fetta è considerevole e dunque inevitabilmente dentro ci sono pure coloro che usano l'auto per scelta e non perché senza non avrebbero altro modo di muoversi.
È quanto emerge dall’indagine annuale sulla mobilità degli italiani condotta da Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, e Bain & Company, presentata nel corso di un evento a Roma e condotta su un campione di 1.031 rispondenti durante lo scorso aprile. L’analisi evidenzia che la praticità d'uso e la comodità emergono come gli elementi che più di altri sono capaci di indirizzare le scelte di mobilità dei consumatori, con l'automobile risponde in modo ottimale a queste esigenze. Una preferenza particolarmente marcata in contesti in cui i trasporti pubblici sono meno efficienti o meno accessibili.
I PREZZI SPAVENTANO, INCENTIVI NECESSARI
L’attesa di un calo dei prezzi delle auto (auspicato dal 26% del campione, il 5% in più rispetto al 2020) e il timore per problemi di reddito attuali o futuri (segnalati dal 30%) configurano l'acquisto di un'auto come un investimento sempre più impegnativo e rischioso, che dunque si tende a posticipare.
A quali condizioni, quindi, gli italiani sarebbero disposti a comprare o noleggiare una vettura nuova? Gli incentivi e gli sconti continuano a essere i principali strumenti richiesti dai consumatori per considerare il cambio della vettura, il 75% li ritiene persino una condizione necessaria. La riduzione o l'azzeramento degli incentivi, secondo il sondaggio, avrebbe un impatto deleterio sulle vendite, ma dal momento che non possono essere prorogati all'infinito "andrebbero sostituiti – suggerisce l'Aniasa – da una politica di supporto alternativa e continuativa per favorire la transizione verso una mobilità sostenibile".
L’entrata in vigore dei nuovi eco-incentivi e il quasi contestuale loro esaurimento per le vetture elettriche – ha commentato il Presidente Ansiasa Alberto Viano a margine della presentazione – evidenzia come esista anche in Italia una crescente domanda per i veicoli elettrici; questa chiaramente necessita, come del resto in tutta Europa, di incentivi diretti o fiscali. Ai consumatori e alle aziende servirebbe una nuova e stabile politica fiscale sull’auto che riduca o azzeri il gap rispetto al resto d’Europa sui costi di mobilità. Gli incentivi, così come erogati oggi, hanno sicuramente accelerato la transizione, ma hanno anche creato tensioni temporanee sulla domanda di vetture e poca prevedibilità per i consumatori e gli operatori di mercato.
MENO RISERVE NEI CONFRONTI DELLE ‘CINESI’
Altro punto critico rilevato dal report sono i timori nei confronti delle auto elettriche. I consumatori sono scoraggiati dalle difficoltà legate alla ricarica (per il 52% del campione) e dalla percezione di scarsa sicurezza (20% degli intervistati, è un +16% rispetto al 2020) delle vetture “alla spina”, alimentata probabilmente dai casi – pochi in termini assoluti, ma "rumorosi" a livello mediatico – in cui le elettriche vanno in fiamme.
L’analisi mette in luce anche un’altra tendenza in grande crescita all'interno del mercato automobilistico italiano, cioè l'aumento della propensione all'acquisto di auto cinesi e asiatiche. La percentuale di italiani che prende in considerazione un brand cinese per la sua nuova auto è cresciuta in un anno dal 17% al 25%, un +8%. È una tendenza che si può spiegare certamente con gli importanti passi avanti compiuti dai produttori asiatici in termini di qualità (anche percepita) e affidabilità dei prodotti, ma anche evidentemente con il minor costo a parità di offerta rispetto alle elettriche occidentali. Ecco spiegati i dazi UE.
I numeri del report lo certificano. È emerso infatti che tra i fattori chiave a favorire l’adozione di auto cinesi e asiatiche c'è il prezzo competitivo (il 29% lo pone tra i fattori di scelta), che le rende, in un contesto in cui i listini crescono pressoché di continuo, un’alternativa più accessibile ai "soliti" modelli senza scendere a compromessi significativi in termini di qualità del veicolo (apprezzata dal 36% di coloro che prendono in considerazione marchi asiatici).
Nonostante i progressi, però, persistono ancora delle riserve tra alcuni consumatori italiani: il 75% non sceglie auto asiatiche a causa dello scetticismo riguardo alla durata e alla resistenza nel tempo di questi veicoli, spesso percepiti come meno robusti rispetto ai marchi tradizionali europei. Inoltre, ci sono preoccupazioni legate alla disponibilità e alla qualità del servizio post-vendita, inclusa la reperibilità dei ricambi e l'efficienza delle reti di assistenza.
Gli italiani continuano a considerare l'auto come un bene fondamentale per la propria mobilità quotidiana, nonostante le crescenti sfide economiche e ambientali. Stiamo osservando uno spostamento significativo nel mercato, con una maggiore apertura verso i veicoli cinesi e asiatici, che offrono qualità e innovazione a prezzi competitivi. È evidente come i consumatori italiani stiano diventando sempre più aperti a nuove opzioni. Tuttavia, per capitalizzare questa tendenza, sarà cruciale per i produttori cinesi e asiatici continuare a migliorare la loro reputazione in termini di affidabilità e servizio post-vendita, affrontando le preoccupazioni dei consumatori – conclude Gianluca Di Loreto, Partner di Bain & Company.