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Perché gli e-fuels sono e-fools: 3 motivi contro i carburanti sintetici

La nuova tecnologia sostituisce sempre quella vecchia e obsoleta

Perché gli e-fuels sono e-fools: 3 motivi contro i carburanti sintetici
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Redazione
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Pubblicato il 17 lug 2022

Non appena è stato annunciato il divieto di utilizzo dei motori a combustione dal 2035, si sono levate voci secondo cui questo distruggerà le possibilità dei carburanti sintetici. Ancora una volta, si tratta di una discussione sciocca. Ecco le tre argomentazioni più importanti che vi aiuteranno a dimostrare rapidamente l’inconsistenza di questo discorso, se mai dovesse emergere nella vostra cerchia di conoscenti.

Prima di tutto, il motore a combustione interna, quello a scoppio per intendersi, è un concetto piuttosto assurdo. Per spingere il veicolo, questi motori creano un centinaio di combustioni al secondo. Prendendo spunto dal principio del tutto obsoleto del motore a vapore, il movimento lineare dei pistoni viene poi trasferito a un albero, che converte il movimento in una ruota che gira. E non abbiamo nemmeno iniziato a parlare della costruzione infinitamente complessa di questi motori, con tutte le apparecchiature ausiliarie che richiedono. Un motore elettrico, invece, semplicemente gira e funziona per sempre.

Secondo, la produzione di carburanti sintetici è inefficiente. Se si considera il "well-to-wheel", cioè l'efficienza calcolata dalla fonte fino alla ruota, le prestazioni sono addirittura peggiori di quelle dei carburanti convenzionali: hanno un’efficienza misera di appena il 15%. Il resto si perde sotto forma di calore, nel trasporto, nella raffinazione e nella produzione di petrolio grezzo. La produzione di carburanti sintetici richiede un enorme dispendio di energia. Si stima che per ogni litro di combustibile sintetico siano necessari oltre 20 kWh di elettricità. Ipotizzando un consumo di 5 litri per 100 chilometri, si avrà un consumo di elettricità pari a 100 KWh. Ma se si caricano 100 kWh direttamente in un'auto elettrica, l'autonomia sarà di 500 chilometri.

Terzo, non c'è mai stato nulla di così stupido nella storia. Le persone prima non avevano Internet, ma evidentemente avevano più cervello. Dopo l'invenzione della lampadina elettrica, qualcuno ha mai forse cercato di sviluppare un nuovo tipo di paraffina per sostituire le lanterne puzzolenti che prendevano fuoco? O qualcuno ha mai cercato di sviluppare una forma sintetica di carbone per competere con le locomotive diesel ed elettriche? O qualcuno ha mai cercato di riportare in auge gli Zeppelin con un gas alternativo? In realtà, in quest'ultimo caso, sì. Ma non era redditizio.

È un dato di fatto: la nuova tecnologia sostituisce sempre quella vecchia e obsoleta. Quindi lasciamo perdere i carburanti sintetici (il cui uso temporaneo potrebbe essere giustificato in aviazione o nelle navi). O come disse Elon Musk dieci anni fa: "Tra qualche anno guarderemo ai motori a combustione interna come oggi guardiamo ai motori a vapore. Diremo: 'È stato un bel periodo, ma è definitivamente finito e non tornerà mai più'".

Questa rubrica è curata da Christoph Erni, fondatore e CEO di Juice Technology AG, produttore svizzero di stazioni e soluzioni di ricarica. Ha sempre avuto un'inclinazione pratica, tanto che ha lasciato la scuola poco prima del diploma di maturità per seguire un corso di economia aziendale all'università, per poi passare al settore informatico subito dopo. Ma a Christoph Erni questo non bastava: voleva di più! Circa 20 anni fa ha fondato la sua società di consulenza aziendale, la Erni Associates AG.

Nel 2014, notando la mancanza di soluzioni di ricarica adeguate, ha deciso di entrare nel settore della produzione e ha fondato Juice Technology AG. Nel suo primo anno di attività, l'azienda si è assicurata la pole position in questo segmento con la stazione di ricarica portatile Juice Booster 1 da 22 kW, e da allora è rimasta lì.

Christoph Erni, fondatore e CEO di Juice Technology

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