Targhe originali auto storiche: manca ancora il decreto attuativo
A distanza di oltre un anno, non è ancora arrivato il Decreto attuativo.

Alla fine del 2020 era arrivata una bella notizia per i possessori dei veicoli storici. Infatti, all'interno della Legge di Bilancio 2021 era stata inserita una modifica al Codice della Strada che permetteva il recupero delle targhe originali per i veicoli storici, sia in caso di reimmatricolazione, sia per quelli già reimmatricolati o ritargati negli anni passati.
La possibilità di poter utilizzare le targhe originali per i veicoli storici era un obiettivo su cui da tempo stava lavorando l'Automotoclub Storico Italiano. Per rendere effettiva questa novità si doveva solamente aspettare il decreto attuativo che doveva arrivare in tempi brevi.
Purtroppo, a distanza di oltre un anno, non è ancora stato emanato il necessario decreto dirigenziale del Ministero che stabilisce costi, criteri e modalità di rilascio. Insomma, non c'è ancora traccia del decreto attuativo. Per cercare di capire cosa sia successo, è intervenuto l'Onorevole Giovanni Tombolato, presidente dell'Intergruppo Parlamentare per i Veicoli Storici, che ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
Onorevole che ricorda che la "modifica all'art. 9 del Codice della Strada prevede, in caso di nuova immatricolazione di veicoli già precedentemente iscritti al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) cancellati d'ufficio o su richiesta di un precedente proprietario, la facoltà per il richiedente di ottenere le targhe e il libretto di circolazione della prima iscrizione al PRA o di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale a condizione che la sigla alfanumerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del centro elaborazione dati della motorizzazione civile e riferita a un altro veicolo ancora circolante".
La risposta è arrivata attraverso il viceministro Alessandro Morelli.
QUANTO MANCA?
La risposta è complessa. Il viceministro racconta che il 22 aprile 2021, la Direzione Generale per la motorizzazione aveva chiesto all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di esprimersi in ordine alla fattibilità di riprodurre targhe e libretti di circolazione per i veicoli di interesse storico e collezionistico e di farne conoscere i relativi costi.
Il 21 ottobre 2021, la Zecca aveva fatto sapere che per la riproduzione delle targhe si poteva utilizzare l'alluminio ad un costo di 300 euro per le auto e di 150 euro per le moto. Gli uffici del Ministero hanno, però, ribattuto che sarebbe stato più corretto utilizzare materiali compatibili con la tipologia e la natura delle targhe storiche.
Circa un mese fa e precisamente il 18 marzo 2022, il Poligrafico ha risposto che si poteva procedere in questo modo ma che non disponeva di prototipi di targhe prodotte prima dell’anno 1971. La Direzione generale per la motorizzazione si è quindi attivata per reperire ogni utile documento storico, normativo e fotografico così da fornire al Poligrafico il necessario supporto.
Ma quanto manca davvero? A quanto pare, una volta completata tale attività di ricerca e ottenuto il visto di congruità da parte dei competenti uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze sui prezzi di vendita delle targhe, sarà tempestivamente adottato il decreto attuativo lungamento atteso.
Si parla, comunque, ancora di alcuni mesi, non prima dell'estate, comunque.