COP26, niente firma dell'Italia al patto sullo stop alle endotermiche entro il 2035
Al COP26, l'Italia non firma il patto per lo stop alle endotermiche dal 2035.

Al COP26 l'Italia non ha firmato l'accordo per mettere al bando le vendite delle auto endotermiche entro il 2035. Una scelta condivisa anche da altri importanti Paesi del Vecchio Continente come Francia, Germania e Spagna. Da evidenziare che dalla conferenza in cui si è discusso dei problemi del clima a cui hanno partecipato 197 Paesi non possono emergere decisioni vincolanti. Tuttavia, il peso politico è comunque molto rilevante.
Parlando proprio del Vecchio Continente, sappiamo bene che la Commissione Europea lo scorso luglio ha presentato il pacchetto Fit for 55 che include una serie di proposte per raggiungere gli obiettivi contenuti nel Green Deal europeo. Relativamente al settore del trasporti, la Commissione aveva proposto lo stop alle vendite delle auto endotermiche dal 2035. Visto quanto emerso dall'appuntamento della COP26, appare evidente che le trattative tra i Paesi membri saranno davvero molto complesse per arrivare all'eventuale approvazione di questo pacchetto di proposte.
Il tutto può tranquillamente essere visto come un anticipo delle posizioni che terranno i diversi Paesi europei. Ma perché l'Italia ha detto no?
NO AL SOLO ELETTRICO
Il motivo della posizione dell'Italia è spiegato dal Corriere della Sera che riporta le dichiarazioni di Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico. Secondo il ministro, la transizione ecologica deve essere affrontata con un approccio tecnologicamente neutrale. La decarbonizzazione non può diventare sinonimo di elettrico.
Dobbiamo affrontare la transizione ecologica con un approccio tecnologicamente neutrale: decarbonizzazione non può diventare sinonimo di elettrico. Così facciamo diventare ideologico un percorso che invece deve essere razionale.
Inoltre, c'è preoccupazione per il settore della componentistica auto in Italia che con una transizione rapida dell'elettrico potrebbe essere spazzato via visto che un motore di un'auto elettrica ha pochissimi pezzi. Inoltre, il ministro italiano è preoccupato che l'Europa non chiuda la porta ad eventuali alternative, tra cui l'idrogeno. Si deve poi proseguire la ricerca sui combustibili non fossili su cui le aziende italiane stanno investendo.
In buona sostanza, il ministro fa capire benissimo che l'addio ai motori endotermici non dovrà essere legato solo all'avvento delle auto 100% elettriche. Per Giancarlo Giorgetti non bisogna cadere in trappole ideologiche perché non serve all’ambiente, alle nostre industrie e ai consumatori. Per il ministro, il Governo italiano deve parlare in modo chiaro e a una sola voce in Europa.