
Volkswagen 14 Feb
Nominato Car Designer del Secolo nel 1999, Giorgetto Giugiaro compie oggi 80 anni, ma nonostante veneranda età non ha alcuna intenzione di ritirarsi. Nato il 7 agosto 1938 a Garessio (Cuneo), Giorgetto (nome di battesimo, guai a chiamarlo Giorgio) cresce con la bellezza nel sangue: il padre e il nonno sono pittori, mentre la madre confeziona vestiti.
A Torino, Giugiaro segue le orme paterne, alternando però gli studi all'Accademia di Belle Arti alle scuole serali di disegno tecnico. Cresce così in lui il dualismo che sfocerà poi nel completamento della sua anima da designer: disciplina che alterna l'arte del bello al bello della tecnica. È comunque grazie ai propri disegni che entra in contatto con Dante Giacosa, l'allora capo dei progettisti Fiat, creatore della 500 del 1957.
Assunto in Fiat, Giugiaro si occupò inizialmente di disegnare bozzetti di automobili. Qui conobbe Maria Teresa Serra, che nel 1963 diventerà sua moglie, dando alla luce Fabrizio (che seguirà le orme del padre) e Laura. In Fiat Giorgetto entrò in contatto anche con Aldo Mantovani, che diventerà pochi anni dopo il suo socio nella fondazione di Italdesign.
Nel 1959, Giugiaro lascia l'ambiente Fiat (poco stimolante per lui) e viene assunto alla carrozzeria Bertone, dopo che le sue tavole avevano impressionato positivamente Nuccio Bertone. Quest'ultimo gli affida, a soli 21 anni, prima la responsabilità di sviluppare l’Alfa Romeo 2000 Sprint, poi la direzione dell'ufficio stile prototipi. Tra i suoi capolavori dell'epoca si segnalano Ferrari 250 GT Bertone, Aston Martin DB4 Jet, Alfa Romeo Giulia GT, Fiat 850 Spider e Fiat Dino Coupé.
Nel 1965, l'ambizione lo porta al ruolo di direttore del centro stile e progetti presso la carrozzeria Ghia: qui, in soli due anni, (fino al 1966), Giugiaro firmerà vetture come la prima Maserati Ghibli e la De Tomaso Mangusta. E inizierà a sviluppare il proprio marchio di fabbrica, quello delle hatchback compatte con coda tronca e linee semplici ma decise. Passa poco tempo e l'avventura alla Ghia si conclude (la nuova amministrazione De Tomaso non gli riconosce l'autonomia garantitagli al momento dell'assunzione).
Arriva il momento per Giugiaro di mettersi in proprio: insieme ad Aldo Mantovani, nel 1967 (a 29 anni), Giugiaro fonda la Ital Styling, società di servizi di stile. Ma il grande passo arriva il 13 febbraio del 1968, quando con Mantovani e altri soci fonda la Italdesign a Moncalieri, alle porte di Torino. Uno studio che alla consulenza per lo stile offre anche - per la prima volta - un know-how tecnico di alto livello. Non per niente, negli anni da Moncalieri usciranno anche piccole serie di vetture. Un esempio? La BMW M1 del 1978.
Tanti i progetti di rilievo, tra cui la Alfa Romeo Alfasud, vettura rivoluzionaria per il marchio milanese: la prima trazione anteriore, il primo modello prodotto nella fabbrica di Pomigliano d’Arco. Una delle Alfa più controverse della storia, ma anche la più venduta. E con una linea che ha fatto scuola. Poco dopo (era il 1974), Giugiaro sfrutta l'esperienza acquisita per la seconda grande commessa: stavolta, il cliente era una Volkswagen sull'orlo del baratro, incapace di reinventarsi dopo il successo del Maggiolino. Nasce la Golf, e il resto è storia.
Sullo stile di Golf nascono la Volkswagen Passat e la Scirocco. Successi commerciali senza precedenti, come del resto lo è stato un altro modello, la Lancia Delta. E vogliamo parlare della prima Fiat Panda? Con questa piccola utilitaria spaziosa e senza fronzoli, Giorgetto Giugiaro dimostra il massimo potenziale del proprio genio. In Fiat capiscono che non possono farsi sfuggire Giugiaro un altra volta, e dunque commissionano alla Italdesign tutta una serie di vetture che hanno portato il costruttore italiano al momento di massimo splendore: la Uno, ma anche la Punto e tante altre vetture disegnate fino all'inizio degli anni 2000, come la Grande Punto (la cui produzione è terminata solo pochi giorni fa, dopo ben 13 anni) e l'affascinante Alfa Romeo 159.
Nella sua carriera si segnalano vetture che hanno fatto la fortuna dei rispettivi marchi: indimenticabile, specialmente per l'enorme successo avuto in Italia, la Daewoo Matiz. Ma Giugiaro ha messo la firma anche su prodotti industriali non strettamente legati al mondo dell'auto: biciclette, treni, macchine fotografiche, bottiglie, palloni, macchine del caffé, addirittura dei tipi di pasta. Un ufficio, quello dell'Industrial Design, nel quale chi scrive ha avuto l'onore di svolgere un breve, ma indimenticabile tirocinio.
Il resto è storia: nel 2010, sotto la pressione di una crisi che ha colpito profondamente il settore dell'automobile, Giugiaro è costretto a vendere l'azienda al Gruppo Volkswagen, salvaguardando così il futuro di quasi 1.000 dipendenti. Giugiaro, tuttavia, fatica a sottostare alle imposizioni del colosso tedesco, e decide dunque di andarsene insieme al figlio Fabrizio.
Nel 2016 è tempo di una nuova avventura: nasce la GFG Style, studio di design indipendente come lo era la Italdesign ai tempi d'oro. I clienti non mancano e, nel giro di due anni, ecco due splendide concept car destinate alla produzione: prima la Techrules REN e poi la Sibylla. Quest'ultima è il vero regalo che Giorgetto si è fatto per i propri 80 anni: una concept car elettrica, sportiva ma anche confortevole, dinamica ma anche elegante. Una sintesi quasi perfetta di una carriera lunga più di 60 anni. Che ha ancora tanto da dire. Buon compleanno Giorgetto!
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Moltissime auto che vediamo quotidianamente le ha disegnate lui. Ha disegnato la storia dell'auto moderna :D.