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Maersk: ridurre le emissioni delle navi cargo che inquinano come 50 mln di auto

Il gruppo danese Maersk vuole ridurre le emissioni entro il 2050.

Maersk: ridurre le emissioni delle navi cargo che inquinano come 50 mln di auto
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Matteo Milani
Matteo Milani
Pubblicato il 10 dic 2018

Non è un segreto che le navi cargo inquinino come milioni di auto. Il tema è stato anche affrontato da Tv5 in Francia nel documentario Cargo, il volto nascosto del trasporto: se si confrontano le emissioni di una grande nave da carico con un'auto, in termini di zolfo e ossido di azoto, il danno procurato dalla prima è pari a 50 milioni di veicoli, ennesima conferma che le limitazioni sul traffico sono cerotti utilizzati per sanare l'equivalente di un'amputazione.

Per fornire degli esempi concreti, le vetture a gasolio per essere omologate non devono emettere più di 10-15 ppm (parti per milione di zolfo) a seconda dell'area geografica, mentre alle navi sono concesse dalle 3.000 alle 3.500 ppm come stabilito dall'IMO (International Maritime Organization), l'istituto specializzato delle Nazioni Unite. Morale: bastano 15/20 di queste navi per inquinare quanto tutto il parco auto mondiale. Va considerato, però, che se calcoliamo il rapporto tra carburante consumato, distanze e carico trasportato, le navi restano comunque il sistema di trasporto più efficiente.

Un piccolo segnale di svolta è stato annunciato da Maersk, attiva principalmente nel settore del trasporto marittimo, energia e cantieristica navale. Il gruppo danese A.P. Moller – Maersk è infatti deciso a ridurre le emissioni di CO2 entro il 2050, scuotendo l'intera industria. Si tratta di un obiettivo ambizioso che promette di eliminare del tutto le emissioni di carbonio. Attualmente le navi portacontainer trasportano circa l'80% del commercio mondiale e vengono alimentate da un olio combustibile chiamato bunker oil, un idrocarburo ben lontano dalla raffinazione di benzina e gasolio, ad alto contenuto di zolfo. In numeri, i trasporti sono responsabili per un totale di circa il 3% delle emissioni mondiali.

Sono circa 36 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 delle navi cargo di Maersk, società che si è comunque impegnata per ridurre le emissioni generali del 46% dal 2007. Le nuove normative che entreranno in vigore nel 2020 dovrebbero abbassare di qualche punto il livello di inquinamento, ricordando che l'Organizzazione Marittima Internazionale ha deciso che le emissioni devono essere dimezzate entro il 2050.

Maersk al momento non ha fornito soluzioni pratiche, come biocarburanti o navi ad idrogeno, energia elettrica, eolica o solare, ma vuole sottolineare un problema legato agli anni di vita (20-25) delle navi cargo che costringerebbero ad introdurre una nuova generazione di trasporti entro pochi anni se si vuole raggiungere l'obiettivo in tempo per il 2050.

Dovremo abbandonare i combustibili fossili e trovare un diverso tipo di carburante o un modo diverso per alimentare le nostre risorse. Questo non è solo un altro esercizio di riduzione dei costi. È un esercizio esistenziale, in cui noi, come azienda, dobbiamo distinguerci. Siamo stati in grado di assorbire la crescita degli ultimi 10 anni senza aumentare le emissioni di CO2. È un buon punto di partenza, ma non è abbastanza. Non solo governi e Paesi, ma anche aziende e industrie hanno bisogno di cambiare. L'industria marittima e Maersk devono assumersi le proprie responsabilità,

spiega Soren Toft, Direttore operativo di Maersk, al Financial Times.

Sebbene manchino piani pratici, Maersk ha già iniziato a puntare al cambiamento con una forte campagna ingaggi di ingegneri impegnati nello sviluppo di soluzioni per l'efficienza energetica.

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