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Dieselgate: dalla Germania multa da 800 milioni per Audi

Audi ammette le proprie responsabilità nella violazione delle normative per il controllo delle emissioni

Dieselgate: dalla Germania multa da 800 milioni per Audi
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 16 ott 2018

La procura di Monaco di Baviera ha condannato Audi al pagamento di una multa di 800 milioni di euro in riferimento alla violazione degli standard antinquinamento perpetrata dal costruttore dei Quattro Anelli attraverso la commercializzazione di alcuni motori V6 e V8 turbodiesel, le cui emissioni non rientravano nei limiti consentiti dalla legge.

La sanzione è stata accolta da Audi, che secondo quanto ha dichiarato in una nota non ricorrerà in appello, ammettendo dunque le proprie responsabilità nella violazione dei requisiti normativi.

Secondo l'accusa, Audi – per mezzo della propria unità organizzativa responsabile dei controlli sui motori e sulle loro emissioni – non ha autorizzato la commercializzazione di tali propulsori senza rispettare i requisiti necessari. In più, la procura ritiene che anche Audi abbia avuto la propria parte di responsabilità per non aver scoperto che i motori 4 cilindri TDI delle famiglie EA 288 (USA e Canada) ed EA 189 sono stati "pubblicizzati, venduti ai clienti e collocati sul mercato" tra il 2004 e il 2018 in presenza dell'ormai famoso "defeat device" per il controllo irregolare delle emissioni in fase di test.

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Degli 800 milioni totali, 5 milioni costituiscono il massimo della sanzione prevista dalla legge tedesca per violazione dei regolamenti, mentre i restanti 795 milioni costituiscono l'ammontare dei benefici economici che Audi avrebbe accumulato aggirando le leggi. 

Nella nota di cui sopra, Audi sostiene che questa sanzione andrà a incidere "in modo significativo" sugli indicatori finanziari relativi all'anno fiscale 2018, e lo stesso avverrà per il Gruppo Volkswagen, a cui Audi appartiene. 

La multa ad Audi segue di pochi mesi quella inflitta a Volkswagen lo scorso giugno dalla procura di Brunswick: in quel caso la sanzione fu di 1 miliardo di euro, per aver permesso l'installazione di software fallaci in grado di manomettere le emissioni dei motori diesel 4 cilindri.

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