Low Emission Zone: con la LEZ Milano dice no alle auto diesel da gennaio 2019
Milano conferma il via al piano di stop ai diesel da gennaio 2019, la mappa della Low Emission Zone

Low Emission Zone, o LEZ per gli amici. Così Milano dice no alle auto inquinanti, mettendo in piedi un provvedimento che partirà da gennaio 2019 e chiuderà le porte della città alle auto diesel euro zero, euro 1, euro 2 ed euro 3.
L'iniziativa vi sembra familiare? Già avviata in alcune città europee, la Low Emission Zone ruba il nome a quella londinese e nasce durante il "Festival dell'Energie" a Roma, proprio quella Roma dove la Raggi aveva annunciato l'addio ai diesel. E Giuseppe Sala, sindaco della città meneghina, sembra essersi fatto contagiare da un facile entusiasmo che, oltre alle auto diesel da euro 0 a euro 3, proibirà completamente l'accesso alle auto benzina euro 0 a due tempi e ai veicoli più lunghi di 12 metri. Senza possibilità di pagare per entrare: le porte sono chiuse e le multe saranno salate.
La notizia era già nell'aria ma l'intervento al "Festival dell'Energie" ha confermato le date a partire da gennaio: il piano prevede poi di vietare l'accesso ai diesel euro 4 nell'ottobre del 2019, proseguendo con lo stop ai diesel euro 5 nel 2024 e ai diesel euro 6 nel 2025.
Tutta colpa dei diesel?
A differenza dell'Area C, circoscritta alla cerchia dei bastioni, la LEZ sarà molto più ampia: un'area di 136 chilometri quadrati che rappresenta il 75% della città e che, a conti fatti, scoraggerà anche il solo avvicinarsi a Milano con un'auto inquinante. Come se il problema dell'inquinamento dipendesse solo dalle vetture.
Sotto inchiesta il particolato atmosferico fine, tra PM10 e PM2.5, il biossido d'azoto (NO2) e l'ozono (O3). Il 65% delle emissioni di PM10 a Milano deriva dal traffico dei veicoli, considerazione basata su un poco attuale studio con fonte INEMAR datato 2010, un periodo indietro ere geologiche se consideriamo i progressi fatti oggi nei – costosi – filtri in dotazione ai diesel per trattenere le emissioni. A tali dati si aggiunge quello relativo ai veicoli pesanti: l'83% di questi appartiene alle classi Euro meno recenti e la categoria è causa di un 17% delle emissioni di PM10 da traffico.
INEMAR da rimproverare dunque? Affatto, poiché il database mostra risultati diversi, evidenziando già dallo studio del 2010 che gli imputati numero uno sono "legna e simili", incluse fonti senza combustione che solo in minima parte sono imputabili ai veicoli (consumo pneumatici e freni).
In più lo studio INEMAR del 2012 parla di 22% di PM10 (23% aggregando PM10 e PM2.5) generati dai veicoli diesel a Milano, dato confermato dallo studio ARPA del 2016 dove torna il fatidico 22%.
Dopo una prima fase di installazione cartelli seguita dai controlli delle Forze dell'Ordine, il rilevamento dei trasgressori sarà a carico di 100 varchi elettronici che faranno da Grande Fratello esattamente come fanno oggi quelli dell'Area C.
Nella mappa ufficiale rilasciata dal Comune, proposta qui sopra, si può notare l'area interdetta (rossa) e i varchi di controllo (pallini verdi).
La proposta ha già ricevuto diverse critiche, dalle associazioni dei commercianti all'assessore dell'Ambiente di Regione Lombardia, che puntualizza la necessità di incentivi piuttosto che di misure restrittive. E proprio gli incentivi mancano: la recente esenzione del bollo per tre anni e il contributo di 90€ per la rottamazione, infatti, rappresentano una spinta troppo timida.