Mercedes dice no allo stop sui diesel: l'innovazione è ancora possibile
Mercedes-Benz risponde a chi demonizza i propulsori diesel sostenendo che si tratta di una tecnologia con un ampio potenziale di miglioramento
"Il diesel? Meglio migliorarlo che vietarlo". Così Mercedes-Benz, che il diesel l'ha introdotto per la prima volta su un'auto di serie nel 1936, risponde ai recenti annunci delle amministrazioni di Roma e Milano sul divieto alla circolazione dei motori diesel previsto per i prossimi anni con modalità diverse a seconda dei casi.
Il costruttore, punta di diamante di Daimler, pur proponendo nella propria gamma tutte le tipologie di propulsori – benzina, idrogeno, gas, biocarburanti, elettrici, ibridi e Ibridi plug-in – continua a vedere nel diesel una soluzione non solo attuale e migliorabile, ma soprattutto ancora indispensabile per rispondere alle esigenze di mobilità di una grande fetta di automobilisti.
Un’evoluzione continua
Una lunga storia di progressi tecnologici quella del diesel in casa Mercedes-Benz. Dopo l'introduzione nel 1936, questo motore si è evoluto con il Turbodiesel negli anni ’70, raggiungendo un picco di efficienza negli anni '90 con lo sviluppo della tecnologia Common rail, assieme a Bosch, Magneti Marelli ed Alfa Romeo.
Negli anni 2000, insieme a Volkswagen, Daimler ha dato un taglio alle emissioni di NOX introducendo la tecnologia Bluetec con l’ADblue e proponendo di serie dal 2005 il filtro antiparticolato su tutte le proprie vetture diesel.
L’impatto delle nuove tecnologie sull’aria
Il costruttore di Stoccarda si sofferma poi sull'impatto che le migliorie effettuate sui motori a scoppio negli ultimi anni ha avuto sull'inquinamento delle città tedesche: dal 1990, l’impatto ambientale derivante dal traffico stradale è calato di circa il 70% secondo i dati pubblicati dal Ministero Federale dell’Ambiente, senza considerare che il volume del traffico nello stesso periodo è aumentato in misura significativa.
Inoltre, con il solo rinnovamento del parco auto circolante (dunque senza la necessità di ulteriori interventi), il numero delle centraline di rilevamento vicine alle zone trafficate che non rispettano il valore limite di NOx si ridurrebbe del 70% entro il 2020 e di oltre il 90% cinque anni dopo. Questi dati si riferiscono alla città di Stoccarda e sono il frutto di uno studio sostenuto dal Ministero Federale per l’Ambiente, dall’Ente Federale per l’Ambiente e dal VDA (Associazione delle industrie automobilistiche tedesche) con il semplice rinnovamento del parco veicoli.
L’elettrico dà una mano
Oggi, il diesel continua a ricoprire un ruolo centrale nella gamma del costruttore. Di recente, con l'introduzione delle nuove unità OM 264 montate per la prima volta su Classe E 200 e 220 d, Mercedes ha investito tre miliardi di euro per continuare a ridurre attriti, consumi ed emissioni grazie alle nanotecnologie, ai pistoni in acciaio e, naturalmente, all'elettrificazione.
Svelata al Salone di Ginevra, la nuova tecnologia ibrida plug-in abbinata al diesel permette di percorrere 50 km a zero emissioni, l'ideale per non inquinare nelle città e per mantenere, allo stesso tempo, un'autonomia adeguata alle esigenze di percorrenza extraurbana.
Emissioni sempre più basse
Per questo, Mercedes-Benz ritiene che sia giusto continuare a puntare sull'innovazione per una tecnologia che ha ancora ampi margini di miglioramento, almeno sulle auto di categoria superiore. Oggi, le auto Euro 6d temp possono garantire, anche nell'uso quotidiano, emissioni di NOX decisamente più basse che in passato semplicemente agendo sul software di gestione, e anche la quantità di CO2 è inferiore rispetto a quelle di auto a benzina di pari livello.