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Da Alfa Romeo a Infiniti, le soluzioni che volevano "cambiare" i motori

Infiniti ha da poco presentato la sua interpretazione del motore "che cambia". L'idea è quella di adattare il rapporti di compressione tra 1:8 e 1:14 in base alle necessità e risparmiare così in carburante ed emissioni. L'idea però non è nuova, ecco le

Da Alfa Romeo a Infiniti, le soluzioni che volevano "cambiare" i motori
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Alessio Frassinetti
Alessio Frassinetti
Pubblicato il 30 ago 2016

Infiniti ha da poco presentato la sua interpretazione del motore “che cambia". L’idea è quella di adattare il rapporti di compressione tra 1:8 e 1:14 in base alle necessità e risparmiare così in carburante ed emissioni. L’idea però non è nuova, ecco le soluzioni più o meno simili dei tempi recenti: dalla Alfa Romeo Alfetta CEM al Peugeot MCE-5…

In tempi recenti l’attenzione sempre maggiore verso la riduzione delle emissioni o dei consumi ha spinto i produttori ad introdurre nuovamente in gamma soluzioni tecniche diverse, dal downsizing, al rightsizing, all’ibrido, all’elettrico. Qualche settimana fa Infiniti ha annunciato l’arrivo di un motore in grado di variare il rapporto di compressione dei cilindri e garantire una fluidità da V6 (nonostante il 2.0 proposto sia un L4) e consumi da diesel (nonostante si parli di un benzina). Questo genere di soluzioni non sono una novità degli ultimi anni ma hanno visto una nuova giovinezza grazie alle (o a colpa di) norme sempre più stringenti su emissioni e consumi.

Un’altra soluzione tecnica interessante, brevettata qualche tempo fa da Honda, è stata usata da Alfa Romeo sulla Alfetta CEM (Controllo elettronico del motore). Presentata al Salone di Francoforte nel 1982 e sviluppata con l’Università di Genova, permetteva di ridurre i consumi del 15% rispetto alla versione a carburatori e aveva il controllo elettronico di ogni singolo cilindro, soluzione usata dieci anni dopo da Bosch sulle BMW a sei cilindri. Fu un flop commerciale e solo 991 delle 1.000 previste furono consegnate ai clienti ma si tratta di una delle tante soluzioni all’avanguardia portate in produzione da Alfa Romeo in quegli anni.

Un’altra soluzione simile è quella proposta negli ultimi tempi dal Gruppo VW con il sistema COD (Cylinder on Demand) che punta allo “spegnimento" o alla riaccensione di un coppia di cilindri in base alle necessità di carico. L’ultima soluzione proposta è stata proprio quella di Infiniti citata all’inizio, che usa un sistema inedito rispetto al resto dei motori VCR fin qui presentati. La Casa giapponese ha dotato infatti il motore di una leva che regola l’altezza del pistone per modificare il rapporto di compressione (maggiore il rapporto e maggiori sono le prestazioni e viceversa), al contrario altri motori come il Peugeot MCE-5 è dotato di un sistema di “contrappesi" (uno per ogni cilindro) che regola la singola altezza del pistone rispetto alle vavole.

Queste soluzioni sono sulla carta ottime e sembrano essere la panacea a tutti i problemi di emissioni o consumi, adattando le parti meccaniche alle necessità del momento senza inutili sprechi di energia. Quando però in passato si è arrivati al momento di mettere in produzione queste soluzioni, sono venute a galla complicanze non da poco: complessità di costruzione e costi eccessivi, competenza tecnica della rete di assistenza difficile da adeguare a sistemi così complessi, pregiudizio (a volte poco comprensibile a posteriori) da parte del cliente finale. In ogni caso la maggior parte delle aziende non ha abbandonato i progetti, portandoli avanti a livello sperimentale. Con il passare del tempo sembra che queste soluzioni possano diventare fattibili e perciò si potrebbe vedere nel prossimo futuro una diffusione ulteriore rispetto alla sola gamma Infiniti.

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