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Dieselgate Volkswagen: 5 milioni di euro di multa dall'Antitrust

Dopo la maxi sanzione inflitta negli Stati Uniti, l´Antitrust in Italia decide per una multa da 5 milioni di euro per "condotta scorretta ai sensi del Codice del Consumo". Dopo quasi un anno dall´inizio dello scandalo dei test truccati grazie a un

Dieselgate Volkswagen: 5 milioni di euro di multa dall'Antitrust
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Nicola Villani
Nicola Villani
Pubblicato il 9 ago 2016

Dopo la maxi sanzione inflitta negli Stati Uniti, l´Antitrust in Italia decide per una multa da 5 milioni di euro per “condotta scorretta ai sensi del Codice del Consumo". Dopo quasi un anno dall´inizio dello scandalo dei test truccati grazie a un software, il caso diventa sempre più difficile da gestire per il Gruppo tedesco. Ed è solo l´inizio….

In Italia l´Antitrust

Per i vertici del Gruppo Volkswagen non c´è tregua: la scia del Dieselgate si allunga e ora anche in Italia arriva l´azione dell´Antitrust, che decide di infliggere al Gruppo e alla filiale locale una sanzione di 5 milioni di euro. Volkswagen è accusata di “aver posto in essere una pratica commerciale scorretta" che ha indotto i consumatori a una scelta che non avrebbero fatto se avessero saputo del reale inquinamento prodotto dalle autovetture del Gruppo. A ciò si aggiunge l´aggravante di messaggi pubblicitari e claim che sottolineavano la particolare sensibilità ambientale  del Costruttore.

In Europa tempi lunghi

La UE ha chiesto indennizzi ai clienti europei al pari di quelli americani, anche se in Europa i tempi saranno sicuramente più lunghi. Se non bastasse, l´Unione Europea quasi due mesi fa ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto  un rapporto dall´Italia sui test delle autovetture sotto accusa: quelle dotate dei motori TDI della famiglia EA 189 EU 5, venduti sul mercato a partire dal 2009 e finiti nell´occhio del ciclone anche in Germania, Stati Uniti e in altri Paesi.

Il software oggetto dello scandalo consentiva di “fornire un risultato delle emissioni di ossidi di azoto più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada".

Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la presenza di quel defeat device sarebbe stata “scorretta ai sensi del Codice del Consumo"  e avrebbe falsato in modo rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta che non avrebbero preso se fossero stati consapevoli delle reali caratteristiche delle auto acquistate.

Il ricorso al TAR di VW

Il procedimento è stato avviato nell´ottobre scorso in seguito alle segnalazioni di varie associazioni dei consumatori e ora la reazione di Volkswagen è stata immediata: la filiale italiana del Gruppo ha infatti annunciato l´intenzione di voler ricorrere al TAR.

Intanto il Gruppo sta procedendo al richiamo pianificato di circa 800.000 auto, che sono 4,6 milioni in tutto il mondo contro gli 11 milioni di auto coinvolte.

A presto per una nuova puntata del “Dieselgate"….

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