Yamaha Motobot: il robot motociclista si evolve
Annunciato nel 2015, Yamaha Motobot passa alla fase due dello sviluppo tecnologico, un progetto ambizioso che punta a creare una piattaforma in grado di evolversi e imparare, diventando sempre più veloce in pista. In mostra al CES 2016, Motobot punta ad

Annunciato nel 2015, Yamaha Motobot passa alla fase due dello sviluppo tecnologico, un progetto ambizioso che punta a creare una piattaforma in grado di evolversi e imparare, diventando sempre più veloce in pista. In mostra al CES 2016, Motobot punta ad arrivare nel 2017 a correre a più di 200 chilometri orari ed è una piattaforma che permetterà di studiare tecnologie di sicurezza attiva anche per il mondo delle due ruote.
Motobot entra quindi nella fase due, una fase in cui si punterà all’obbiettivo del 2017 aggiornando la suite di sensori (GPS, IMU e via dicendo) che permetteranno al robot di conoscere la sua posizione in pista e di avere un quadro completo dei dati sulla moto, sfruttando una versione più evoluta delle tecnologie impiegate oggi per controllo di trazione, ABS Cornering e via dicendo.
Il robot è dotato inoltre di capacità di apprendimento, così da imparare ad ogni giro le traiettorie migliori e spingere al limite le capacità tecniche della moto. Si tratta di un primo approccio alla guida autonoma per le moto, approccio che non guarda nella direzione di un’automatizzazione della guida su due ruote (che toglierebbe tutto il divertimento) ma piuttosto apre le porte a dotazioni di sicurezza di nuova generazione.
Ad esempio si potrà avere una moto in grado di correggere una traiettoria potenzialmente pericolosa, leggere le condizioni dell’asfalto e adattare la risposta di TCS e ABS, aiutare il pilota a correggere una curva e via dicendo. Insomma, tutte funzionalità che permetterebbero di divertirsi con la moto ma, allo stesso tempo, farlo in sicurezza evitando la tanto temuta caduta.