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La storia di Jeep: dalla nascita al 1963

Con il 2016 si compiono i 75 anni di Jeep, un traguardo importante per il produttore che si è imposto nel mondo del fuoristrada e che oggi propone auto capaci di affrontare l'offroad senza rinunciare ai comfort per la guida di tutti i giorni. Vediamo

La storia di Jeep: dalla nascita al 1963
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 7 gen 2016

Con il 2016 si compiono i 75 anni di Jeep, un traguardo importante per il produttore che si è imposto nel mondo del fuoristrada e che oggi propone auto capaci di affrontare l’offroad senza rinunciare ai comfort per la guida di tutti i giorni. Vediamo quindi di ripassare la storia di Jeep che ci ha portati ad oggi, una storia che prende il via nel luglio del 1940, tempo di guerra in cui le forze armate USA lanciarono una sfida ai vari produttori automobilistici.

L’obbiettivo era un “veicolo leggero da ricognizione" per sostituire le motociclette in uso ai tempi, un’auto con una capacità di carico di 272 chilogrammi, passo inferiore ai 190 centimetri, altezza al di sotto dei 91 cm, motore con range di velocità tra i 5 km/h minimi e gli 80 massimi, trazione integrale e riduttore a due velocità, parabrezza ripiegabile, tre sedili, fari oscurabili e massa inferiore ai 590 chili.

Dei più di 130 produttori interpellati, solo Willys-Overland e American Bantam Car Manufactoring si dimostrarono interessate, seguite in un secondo momento da Ford Motor Company. I tre iniziarono quindi una corsa contro il tempo per proporre i rispettivi prototipi: Bantam con il Model 40 BRC, Wyllis con il Quad e Ford con il GP (meglio conosciuto come “Pygmy").

L’estate del 1940 porto alla produzione dei primi 70 esemplari di ogni prototipo da consegnare all’esercito per i test e, sebbene tutti i modelli superavano il limite dei 590 chili, l’esercito decise di alzarlo per la fase successiva così da offrire un margine di progettazione maggiore ai produttori. Il marzo del 1941 portò ad una richiesta più elevata: 1.500 esemplari dei tre modelli necessari per i collaudi e le valutazioni. Alla fine di questa fase fu Willys a vincere la sfida, scelta che porto quindi Ford e Bantam a spedire i suoi esemplari in Gran Bretagna e Russia.

Così iniziò la storia del Willys Quad che si trasformo in Willys MA e MB e divenne presto noto come Jeep, nome che sembrerebbe derivare dalla sigla “General Purpose" secondo alcuni, per altri invece sarebbe nato da Eugene the Jeep, personaggio dei comics di Braccio di Ferro.

Qualunque fosse l’origine, il nome Jeep iniziò la sua leggenda con Willys MA, modello con cambio sul piantone dello sterzo, strumentazione circolare sul cruscotto e freno a mano sulla sinistra, il tutto in 980 chilogrammi per rispettare le nuove specifiche dell’esercito (i pezzi rimossi furono rimontati nella seconda generazione, la MB da 181 chili in più).

Furono ben 368.000 i veicoli prodotti da Willys-Overland per l’Esercito americano e fu proprio la robustezza di questa vettura nell’utilizzo nella Seconda Guerra Mondiale che fece nascere la leggenda. Terminato il conflitto, però, Willys decise di registrare il nome Jeep e puntò al mondo dei civili, proponendo la Universal Jeep alle aziende agricole che necessitavano di un veicolo per il fuoristrada.

Con il claim “Il sole non tramonta mai sulla forte Jeep", nacque quindi una gamma che parte dalla Jeep CJ-2A prodotta dal 1945 al 1949. Il primo veicolo ad impiego civile aggiunse il portellone posteriore, la ruota di scorta laterale, tappo del serbatoio esterno e fari maggiorati. Il motore era un 2.195 cc e l’auto montava riduttore Spicer 18 e assali rigidi Dana 25 e Dana 23-2.

Dal 1948 al 1951 fu il turno di Jeep Jeepster, l’ultimo veicolo americano con carrozzeria aperta e tendine al posto dei finestrini, un’auto con motore a sei cilindri ma priva della trazione integrale.

Il 4×4, infatti, tornerà solamente con Jeep CJ-3A, evoluzione del predecessore con motore quattro cilindri e assale posteriore più robusto (prodotto dal 1949 al 1953).  Le novità più grandi arrivarono solamente con il Jeep CJ-3D del 1953 (in produzione fino al ’68). il 3B spostava più in alto griglia e cofano motore per far spazio al nuovo quattro cilindri F-Head. Il ’53 è anche l’anno della vendita della società a Henry J. Kaiser che avvio un programma di ricerca e sviluppo per potenziare la gamma.

I risultati del programma arrivarono nel 1955 con Jeep CJ-5 della Kaiser. La base era l’M-38A1 utilizzato nella Guerra di Corea del ’51, sebbene le linee fossero più morbide rispetto al modello militare. Tra le novità segnaliamo le migliorie a motore ed assali e sedili più comodi così da rispondere ad un pubblico sempre più affamato di fuoristrada. CJ-5 restò in produzione fino al 1983, vendendo più di 600.000 unità.

Nel 1956 arrivò poi il CJ-6, la versione a passo lungo con maggior spazio di carico che fu aggiornata (insieme al CJ-5) con il nuovo motore V6 nel 1965. Si tratta del primo V6 per un modello CJ, un’unità da 155 cavalli che raddoppiava la potenza rispetto ai quattro cilindri utilizzati in precedenza.

Nel 1965 usciranno poi di produzione altri due modelli, Jeep Pickup, un pickup con passo di 299 cm che rappresenta il primo tentativo di diversificare la gamma da parte di Willys, e la Willys Wagon, una station nata nel ’46 e aggiornata con la trazione integrale nel 1947.

Nella prossima puntata vedremo i modelli a partire dal Jeep Wagoneer del 1963, il primo veicolo a trazione integrale con cambio automatico, considerato il predecessore dei moderni SUV…

 

leggi la seconda parte dello speciale: dal 1963 ad oggi

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