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Volkswagen: a Wolfsburg arriva la settimana di lavoro corta. Ma non è una buona notizia

Volkswagen Wolfsburg, la fabbrica si prepara alla transizione elettrica: settimana corta e tagli al personale

Volkswagen: a Wolfsburg arriva la settimana di lavoro corta. Ma non è una buona notizia
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Mario Brambilla
Mario Brambilla
Pubblicato il 4 giu 2025

La storica fabbrica Volkswagen di Wolfsburg si prepara a un cambio di rotta radicale: nei prossimi anni la produzione sarà interamente dedicata ai veicoli elettrici. Una transizione che porterà con sé profonde trasformazioni organizzative, a partire dalla riduzione delle linee produttive da quattro a due e da una possibile settimana lavorativa di quattro giorni, almeno durante le fasi più critiche del passaggio.


L’ipotesi della settimana corta non è una certezza, ma un “possibile scenario temporaneo” a partire dal 2027, secondo quanto dichiarato dai portavoce tedeschi. I dirigenti hanno esortato i lavoratori a impegnarsi fin da subito con turni aggiuntivi, in modo da compensare le probabili riduzioni delle ore lavorate negli anni a venire. Parole che potrebbero suscitare più di un giusto malcontento. La riorganizzazione è un passaggio necessario per assicurare un futuro allo stabilimento, che accoglierà entro fine decennio la produzione della futura Golf elettrica e del successore a batteria del SUV compatto T-Roc.

DECISIONI (IN)EVITABILI?

Wolfsburg, che per decenni è stata il cuore pulsante della produzione della Golf a motore termico, sta ora vivendo una fase di declino. I numeri parlano chiaro: nel 2015, la produzione globale del modello superava il milione di unità. Nel 2024, secondo dati interni visionati da Reuters, la cifra è crollata a poco più di 300.000 esemplari, e per quest’anno la previsione è di appena 250.000 unità. La direzione ha già confermato che la produzione della Golf con motore a combustione sarà trasferita in Messico a partire dal 2027.


Parallelamente, la ristrutturazione coinvolge anche l’organico. Il responsabile delle risorse umane di Volkswagen, Gunnar Kilian, ha comunicato che il piano per tagliare 35.000 posti di lavoro in Germania entro il 2030 sta procedendo come previsto. Oltre 20.000 dipendenti hanno già accettato una forma di uscita anticipata, attraverso pensionamenti o risoluzioni consensuali. Solo nel 2024, il gruppo ha stanziato 900 milioni di euro per i pacchetti di incentivo alle dimissioni. I 35.000 esuberi rappresentano circa un quarto della forza lavoro del marchio Volkswagen in Germania, che attualmente conta oltre 120.000 addetti.

Il direttore finanziario del marchio, David Powels, ha illustrato il quadro economico alla base di queste decisioni: Volkswagen si trova oggi a fronteggiare un mix di investimenti elevati, margini ridotti sui veicoli elettrici e un punto di pareggio operativo troppo alto. La domanda in Europa rallenta, mentre la concorrenza cinese cresce rapidamente, erodendo quote di mercato e mettendo sotto pressione la redditività. Nonostante le incertezze, i dirigenti VW hanno voluto rassicurare i lavoratori sul futuro dello stabilimento: “Il destino di Wolfsburg è più sicuro grazie all’arrivo della Golf elettrica. Ma per arrivarci, dobbiamo passare attraverso questa transizione con realismo e determinazione.

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