L'UE punta sulle piccole auto per salvare l'industria europea. Basterà?
L'Unione Europea sembra voler puntare sulle piccole auto, creando una categoria dedicata, per salvare l'industria dalla concorrenza cinese

L’UE ha accettato di accelerare le misure volte a rilanciare l’industria automobilistica europea, che deve far fronte alle minacce della concorrenza cinese, ai dazi statunitensi e a una transizione verso l’auto elettrica che non sta procedendo come previsto. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha incontrato per diverse ore a Bruxelles, nella giornata di ieri, i rappresentati della case automobilistiche e delle associazioni di categoria, nell’ambito della nuova fase del “dialogo strategico”. Il prossimo incontro è previsto prima di dicembre. I rappresentati dell’industria auto hanno affermato che l’obiettivo sulle emissioni del 2035, che di fatto vieterebbe i motori a combustione interna, non è realizzabile nelle condizioni attuali. La Commissione su questo tema molto dibattuto ha confermato che anticiperà alla fine di quest’anno il processo di revisione delle regole del Green Deal previsto inizialmente per il 2026.
SI PUNTA SULLE PICCOLE AUTO
Tra i molti temi discussi c’è stato anche quello dedicato a quelle che Bruxelles ha definito “E-Car“. Si starebbe infatti ragionando di andare a creare una nuova categoria normativa dedicata alle auto piccole e convenienti, che potrebbero beneficiare di alcune agevolazioni tra cui un trattamento fiscale più basso. Insomma, prende corpo la proposta anticipata da Ursula von der Leyen all’interno del suo discorso annuale sullo stato dell’Unione Europea di puntare sui modelli più piccoli ed accessibili, chiedendo all’industria di collaborare per arrivare a sviluppare tali modelli. Un piano che piace a molte case automobilistiche del Vecchio Continente ed in particolare a Stellantis e Renault. Proprio di recente, il CEO di Stellantis, Filosa, aveva chiesto “super incentivi” dedicati alle auto più piccole. Non possiamo poi non ricordare che Luca de Meo, ex numero uno di Renault, per lungo tempo aveva suggerito ai vertici europei di puntare sulle auto elettriche più piccole andando a creare un’alleanza in stile Airbus tra le case automobilistiche europee.
BASTERÀ?
L’UE guarda alle auto più piccole per salvare l’industria. In particolare si guarda con interesse al modello delle kei car giapponese, vetture piccole ed accessibili che hanno molto successo. Si muovono facilmente in città e i loro prezzi sono competitivi. Dunque, sulla carta sarebbero perfette anche per il Vecchio Continente, come soluzione per muoversi all’interno dei sempre più caotici centri delle grandi città e non solo. In Giappone sono elettriche ed endotermiche, offrendo quindi diverse opzioni agli automobilisti. C’è però un problema normativo sollevato più volte sempre dallo stesso Luca de Meo. Se si vuole puntare sulle auto piccole bisogna rivedere alcune regole di omologazione. Non bisogna ovviamente scendere a compromessi per quanto riguarda la sicurezza ma il manager italiano aveva evidenziato che è facile per un Mercedes Classe S prendere 5 stelle Euro NCAP con un cofano lungo un metro e mezzo. Molto più complesso, invece, se è molto più corto. Per De Meo le regole dovrebbero quindi essere adattate in base all’utilizzo del veicolo.
Con le giuste regole le kei car europee, chiamiamole così, potrebbero avere effettivamente successo. Per quanto piccole (in Giappone non possono essere più lunghe di 3,4 metri), sono delle vere auto e non dei quadricicli. Un eventuale successo potrebbe consentire alle case automobilistiche europee di riprendersi da un momento molto delicato, tornando a saturare la produzione delle fabbriche e mettendo al sicuro i dipendenti da un futuro che oggi è incerto. Non rimane che attendere le decisioni dell’Unione Europea per capire quali saranno i piani per il rilancio dell’indistria automotive europea.