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Emirates attiva i test sierologici dei passeggeri prima dell'imbarco

Emirates ha attivato a Dubai dei test sierologici prima dell'imbarco di tutti i passeggeri, un modo per garantire più sicurezza a bordo.

Emirates attiva i test sierologici dei passeggeri prima dell'imbarco
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Gabriele Arestivo
Gabriele Arestivo
Pubblicato il 17 apr 2020

Il mondo è in cerca di soluzioni, che siano permanenti o solo temporanee come quella messa in campo nelle ultime ore da Emirates, la compagnia aerea con base a Dubai che proprio nella capitale degli Emirati Arabi Uniti ha iniziato una nuova pratica. L'obiettivo è ovviamente quello di fornire sicurezza a bordo per passeggeri e membri dello staff, così sono stati attivati da mercoledì dei test rapidi al Dubai International Airport in grado di fornire in 10 minuti un risultato sull'esposizione pregressa al coronavirus

Non si tratta di tamponi, i test non verificano se qualcuno dei passeggeri ha un'infezione in atto ma dei cosiddetti test sierologici che tanto si stanno discutendo anche in Italia e nel mondo. Secondo Emirates si tratta del primo provvedimento nel suo genere e la compagnia ha in piano di aumentare la disponibilità di questo metodo per applicarlo così in tanti dei loro voli. La prima prova è stata sottoposta ai passeggeri del Dubai – Tunisi di mercoledì 15 aprile. 

In futuro potrebbe diventare pratica comune per avere un minimo grado di consapevolezza sullo status di ogni passeggero, ma non è ancora chiaro cosa sarebbe avvenuto se uno o più passeggeri fossero risultati positivi, e quindi in possesso degli anticorpi in grado di contrastare il Covid-19. I test sierologici cercano delle precise proteine prodotte dal nostro sistema immunitario tramite qualche goccia di sangue, la loro presenza al momento risulta più un vantaggio che altro. Gli attuali test non sono tuttavia così accurati; secondo la US Food and Drug Administration, infatti, nello stadio iniziale dell'infezione quando l'organismo si sta ancora "organizzando" per una risposta, gli anticorpi non sarebbero rilevabili. 

Questo rappresenta comunque un primo passo che va nella giusta direzione, viaggiare sicuri è una delle principali priorità visto che gli stessi aeroplani sono chiaramente diventati veicolo perfetto che ha trasformato un'epidemia cinese in una pandemia globale. Pare che anche Etihad Airways attiverà dei simili procedimenti nell'hub di Abu Dhabi entro fine aprile, ma lo screening previsto sarà ancora più accurato con monitoraggio della temperatura, battito cardiaco e respirazione di tutti i passeggeri che vogliono viaggiare. 

Possibile quindi che gli aeroporti, almeno quelli principali, possano diventare presto dei centri di check-up rapidi e che ad ogni passeggero possa esser associata una storia delle condizioni fisiche, perché no, una cartella medica digitale da poter sfruttare anche nella propria vita personale.

Di certo il mondo dell'aviazione si deve muovere in qualche direzione visto che il disastro economico è dietro l'angolo, con la IATA che ha calcolato le perdite del settore in circa $314 miliardi nel solo 2020 con una decrescita del 55 rispetto all'anno precedente. Le stime più pessimistiche di un mese fa si attestavano attorno ai $100 miliardi, ma tutti noi abbiamo sottovalutato la magnitudo del problema. 

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