Aviazione, la vera svolta green è un carburante fatto con gli avanzi di cibo
Cinquanta compagnie aeree e del comparto hanno siglato nelle scorse ore un accordo per l'utilizzo più diffuso del SAF, il carburante sostenibile.
La parola d'ordine è sostenibilità, non importa di quale settore si stia parlando, la necessità di un cambio di rotta sulle emissioni è imperativo e il mondo dell'aviazione non si può certo tirar fuori da questa partita. Seppur si fa un gran parlare di nuovi aeroplani elettrici o a idrogeno, è molto probabile che non ne vedremo molti prima di qualche anno; per ridurre così l'impatto dell'intero settore arriva a soccorso immediato il SAF, conosciuto anche sotto il nome di sustainable aviation fuel. Un importante accordo siglato nelle scorse ore vedrà 50 compagnie aeree impegnate nel suo utilizzo, tanto da sostituire almeno il 10% del normale kerosene entro il 2030.
Si tratta di un carburante alternativo divenuto in breve tempo una delle soluzioni più sostenibili, si tratta infatti di un elemento chimicamente molto simile a quello tradizionale ma con un duplice vantaggio: la composizione e le emissioni. Queste ultime, infatti, grazie al SAF sono ridotte fino all'80% rispetto al classico utilizzato dalle compagnie aeree. Non bisogna poi estrarlo alterando i delicati equilibri di madre natura, il SAF è prodotto grazie al riciclo di scarti di cibo, olio da cucina esausto, carta ed altri rifiuti organici.
Naturalmente non è così semplice produrlo, i costi sono infatti molto più alti rispetto al normale carburante, addirittura dalle due alle otto volte. Sono in pochi a realizzarlo e per questo motivo il prezzo resta anche molto alto: nel 2019, ad esempio, sono stati prodotti in tutto il mondo "solo" 200 mila tonnellate in tutto il mondo, ovvero meno dello 0,1% delle 300 milioni di tonnellate usate complessivamente.
A siglare l'impegno tra le altre anche Delta Airlines, BP e Boeing, tre colossi del settore che si sono impegnati a spendere di più per avere almeno una parte di SAF a disposizione. Bisognerà ovviamente produrre più carburante sostenibile, altrimenti non si arriverà mai a volumi accettabili. L'obiettivo è quindi di cambiare marcia sotto questo profilo, esattamente come assicurato da Shell Aviation che entro il 2025 vuole realizzare 2 milioni di tonnellate di SAF.
Il mercato del carburante sostenibile, secondo la IATA, vale ad oggi circa $13 miliardi, ben al di sopra dei $2,5 miliardi del 2016, ma il settore è sempre più affamato e le stime parlano addirittura di un giro d'affari di $30 miliardi nel 2030. Sarà poi fondamentale l'intervento dei diversi governi affinché si possano attivare incentivi capaci di rendere il SAF sempre più attraente per le compagnie aeree.
Ogni settore deve fare la sua parte e quello dell'aviazione non può certo esimersi, anche perché l'International Energy Agency stima che l'impatto del comparto sulle emissioni globali di gas serra aumenterà in questi anni se nulla verrà fatto, passando dal 2,5% di share del 2019 al 3,5% del 2030.