Suzuki, i piani per un futuro sempre più green e sostenibile

21 Luglio 2023 14

Suzuki ha presentato la propria roadmap verso l’azzeramento totale delle emissioni per il 2035, termine imposto dall’Unione Europea; e sarà molto cauto e misurato, a differenza di quanto stanno facendo diversi altri costruttori, mantenendo come primo parametro le esigenze dei clienti. Da qui al 2030, la società giapponese intende immettere sul mercato non più di cinque modelli di autoveicoli elettrici, per un rapporto complessivo tra motori elettrici e a combustione 1:5. La prima arriverà nel 2024 fiscale della società (che inizia a marzo), e dovrebbe essere la versione di serie della concept EV-X vista qualche mese fa. Per quanto riguarda le moto, invece, i modelli elettrici saranno 8, con un rapporto 1:4 tra motori elettrici e a combustione. Infine, sempre entro il 2030 arriveranno anche 5 motori fuoribordo, e qui il tasso di elettrificazione sarà solo del 5%.

Contestualmente, Suzuki sta lavorando per ridurre ulteriormente e ottimizzare le emissioni dei motori a combustione; tra queste figura il cosiddetto sistema Lean Burn, anche chiamato in Italia #consumameno, che calcola costantemente quanta benzina gli iniettori devono versare nelle camere di combustione in base ai dati prodotti da una serie di sensori che rileva in tempo reale parametri chiave del motore come carico, informazioni ambientali e quanto gas viene richiesto dal conducente. Lean Burn garantisce quindi sempre la miscela ottimale di aria e benzina in modo che la combustione sia il più efficiente possibile, riducendo al minimo l’apporto di benzina in favore dell’aria.


Non solo: la società ha trovato un sistema “collaterale” di favorire l’ecologia tramite i suoi motori fuoribordo. Dietro un altro hashtag, #lavalacqua, si nasconde la tecnologia Suzuki Microplastic Collector:

Il fuoribordo, grazie alla pompa del proprio circuito di raffreddamento, aspira l'acqua nella quale sta navigando e la fa circolare al suo interno; prima di scaricarla, l’acqua viene fatta passare in un circuito aggiuntivo in mezzo al quale è posizionato il filtro che trattiene le microplastiche, in modo da rimetterla pulita nell’ambiente.

Suzuki guarda anche oltre l’elettrico, e per ridurre le emissioni sta investendo molto nella ricerca e sviluppo dei biocarburanti. Insieme ad altre aziende, tra cui figurano Subaru, Toyota e Daihatsu, ha istituito un’organizzazione apposita, la Research Association of Biomass Innovation for Next Generation Automobile Fuels. La ricerca dell’associazione si concentra su diversi ambiti ben precisi:

  • Come produrre etanolo in modo efficiente.
  • Come sfruttare l’elevato quantitativo di ossigeno generato dal processo di produzione
  • dell’idrogeno e come catturare l’anidride carbonica generata dal processo di produzione del bioetanolo.
  • Come implementare in modo efficace motori a bioetanolo nelle automobili e in altri veicoli.
  • Come ottimizzare la coltivazione delle materie prime necessarie alla produzione di bioetanolo.
  • Come ottimizzare il recupero di biogas dal settore lattiero-caseario, per migliorare la diffusione di veicoli a metano.

In aggiunta Suzuki, insieme a Honda, Kawasaki e Yamaha, sta effettuando importanti ricerche sulla produzione di idrogeno, che possiamo definire “l’altra” grande scommessa verso un mondo a emissioni zero.


Suzuki si sta inoltre impegnando molto nella produzione di batterie elettriche, specialmente in India: laggiù, è già operativo dal 2017 la prima fabbrica del Paese dedicata a questo particolare prodotto. Le batterie derivanti vengono montate sulle auto ibride di Suzuki Maruti, la sussidiaria indiana dell’azienda. Altri due impianti sono in fase di costruzione, sempre in India: uno dovrebbe diventare operativo nel 2025, l’altro nel 2026. In Giappone, invece, la società sta lavorando per riciclare le batterie dei veicoli esauste e reimpiegarle nella realizzazione di lampioni a energia solare. Inoltre, un consorzio formato da Suzuki, Honda, Kawasaki e Yamaha sta lavorando per creare un formato standard per le batterie dei motocicli elettrici.

Una quinta tipologia di contributo riguarda gli investimenti e le collaborazioni con le startup ecologiche. Per esempio, insieme alla australiana Applied EV sta realizzando una piattaforma per veicoli a guida autonoma (elettrici, naturalmente), mentre con la connazionale Lomby sta lavorando a robot di consegna autonomi; con PowerX si sta sviluppando invece un sistema di accumulo di energia a batteria per aiutare le aziende ad azzerare le loro emissioni, mentre con SkyDrive si lavora alle “auto volanti”, o aerotaxi, la cui prima dimostrazione pubblica dovrebbe avvenire in occasione dell’Expo di Tokyo nel 2025; in Africa, sta collaborando per favorire l’espansione della fintech nigeriana Moov al di fuori dei confini del continente, e collabora con l’iniziativa HAKUTO-R per l’esplorazione commerciale della Luna.


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Commenti

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Vae Victis

Sempre meglio di ciò che succede quando dicono "smart"...

chester999

i piani per un futuro sempre più green e sostenibile sarebbe un cerchio in lega?

Jay

Ogni volta che un'azienda dice green e sostenibile muore un gattino nel mondo, vi prego bastaaa

Ocram

Come darsi la zappa sui piedi.

Lunariano
Daniele Brescia

il mercato cambia. secondo me le aziende devono fare come apple: immettere sul mercato pochi modelli ma buoni efficienti e ottimizzati. Non come samsung che fa uscire 40 telefoni all'anno. QUindi pochi e buoni e ci si focalizza su quelli.Tanto ormai i grandi gruppi si uniscono tra loro in joint venture (fiat psa, nissan renault, ecc)

Alex Li

Infatti spingono tutti verso le EV PURE che partono dai 4 m......
eliminando le segmento A!

Giulio Forti

Quindi per sempre.

The Evil Queen

Perché se le auto consumano molto, siamo punto a capo.
Le aziende continuano a inquinare, si abbattono alberi, si continuano a usare i combustibili fossili.
Non è stato fatto nulla di seriamente incisivo.
Finché si darà la precedenza al denaro rispetto alla salute del pianeta.

The Evil Queen

I piani per un futuro più green e sostenibile, consistono nel fare auto piu piccole che consumino meno.

Firebrand81

Difficile che per il 2030 qualcuno vorrà ancora una Ignis a benzina... anziani a parte, ovviamente :)

Giulio Forti

Non venderanno più nemmeno la Ignis che va a ruba?

Giulio Forti

Sono tutte così green queste aziende che mi chiedo come mai il mondo stia morendo lo stesso.

Firebrand81

Suzuki, che pena: come la quasi totalità dei produttori giapponesi, fatti zero, ma un mare di chiacchiere, in cui peraltro dimostrano ancora una volta che perderanno il fondamentale passaggio all'elettrico. A mio parere entro il 2030 si ritireranno dal mercato automobilistico europeo...

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