Scandalo airbag Takata: via libera alla class action contro Citroen
La Corte d’Appello di Torino ha confermato l’ammissibilità della class action

Lo scandalo degli airbag Takata ha rappresentato un bel problema per Stellantis, tanto che a metà giugno ha dovuto emettere un nuovo richiamo con “stop drive” a livello europeo per tutti i vecchi modelli C3 e DS3 ancora dotati di questi vecchi e pericolosi dispositivi. Questa è sola la punta dell’iceberg perché oltre a richiami massicci, Stellantis sta affrontando diverse class action a livello europeo. Una è stata promossa da Codacons, Adusbef, Assourt a tutela di tutti i proprietari delle autovetture Citroen C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019 e coinvolte in questo scandalo. Su questa iniziativa c’è adesso una novità in quanto la Corte d’Appello di Torino ha confermato la sua ammissibilità. Cosa chiede la class action? Le associazioni hanno chiesto la condanna delle case automobilistiche al risarcimento dei danni subiti dai consumatori con questo schema:
- 30 euro al giorno per ogni giorno di indisponibilità del veicolo
- 1.500 euro per il disagio psichico causato dalla scoperta del difetto potenzialmente letale
IN ATTESA DELLA SENTENZA
Si attende adesso il 25 novembre 2025. Infatti, arriverà una sentenza dove saranno accolte le domande proposte dalle associazioni, saranno fissati i criteri per la liquidazione dei danni e la quantificazione degli importi, a titolo di risarcimento del danno, spettanti agli automobilisti aderenti all’azione collettiva. Come accennato, non viene chiesto solamente il risarcimento per il danno economico. Infatti, viene richiesto il riconoscimento di un danno non patrimoniale pari a 1.500 euro ad automobilista, connesso al turbamento psicologico causato dalla consapevolezza di viaggiare su un veicolo dotato di un dispositivo potenzialmente mortale.
Il Codacons sottolinea che il “provvedimento della Corte di Appello di Torino è una risposta fondamentale alle gravi inadempienze di Groupe PSA Italia, Stellantis e Automobiles Citroën SAS, responsabili di ritardi inaccettabili e di una gestione inadeguata che ha esposto migliaia di consumatori a rischi gravissimi per la propria sicurezza“.
La definitiva ammissione dell’azione di classe conferma la legittimità e l’efficacia dell’operato delle associazioni a favore dei diritti di tutti i proprietari dei veicoli coinvolti e della loro sicurezza stradale.
LO SCANDALO DEGLI AIRBAG TAKATA
Questo scandalo che ha pregiudicato la sicurezza di moltissime vetture, ha scosso l’industria automobilistica dal 2014, costringendo diversi produttori a fermare centinaia di migliaia di veicoli in tutto il mondo per sostituire i dispositivi di sicurezza. L’origine del problema? Riguardava il deterioramento del propellente interno degli airbag, soprattutto se esposto a condizioni climatiche calde e umide che possono causare un gonfiaggio violento di questi dispositivi fino all’esplosione che potrebbe causare ferite gli occupanti della vettura.