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In viaggio con il Birò di Estrima: quadriciclo elettrico buffo, compatto e...

Una prova estrema per testare l'autonomia reale del quadriciclo elettrico Estrima Birò

Greta Rosa
Greta Rosa
Pubblicato il 15 mag 2021

Nella vetrina delle proposte elettriche da qualche anno fa capolino un piccolo quadriciclo leggero che è riuscito a conquistare anche i più scettici e si sta affacciando in numero sempre maggiore sulle strade delle grandi città, ma non solo.

Si chiama Birò, è tutto italiano (l'azienda che lo produce dal 2008, Estrima, è di Pordenone) ma apprezzato anche all'estero, è molto compatto ed è equiparabile, a seconda delle versioni, a uno scooter di cilindrata 50cc (con velocità massima di 45 km/h) e 125 cc (che arriva quindi fino a 60 km/h). Nel primo caso, si parte dai 14 anni d'età per poterlo guidare, rigorosamente con patente AM, l'ex patentino per ciclomotori. 

Partiamo subito dal suo intento. Il Birò non è solo una semplice microcar elettrica: è un "personal commuter" su quattro ruote, come fa figo chiamarlo, che si confà al pendolarismo di prossimità e agli spostamenti scansa-traffico nelle città. Per dare un twist a una pallosissima quotidianità da pandemia, io e Gabriele, ribelli veri, lo abbiamo voluto portare allo stremo per una gita fuori porta (avvertenza: non rifatelo a casa).

Il suo punto di forza è quello di essere il quadriciclo leggero più piccolo sul mercato: con un'impronta di 1,80 metri ha una libertà di parcheggio molto simile a quella di uno scooter o di una moto. Spoiler: poterlo parcheggiare nei posteggi ad essi dedicati è pura libidine. 

SCHEDA TECNICA E DIMENSIONI

  • Larghezza: 103 cm
  • Lunghezza: 175-183 cm (Winter-Big)
  • Altezza: 156 cm
  • Peso: 350-390 kg
  • Autonomia: 100 km (Litio Maxi); 55 km (Litio Remove)
  • Peso batteria: 45 kg (Litio Maxi); 23 kg (Litio Remove)
  • Ricarica 0>80%: 4 ore (Litio Maxi); 2,5 ore (Litio Remove) 
  • Assorbimento: 1.200 W 
  • Ricarica: 230 V domestica/Scame/Mennekes 

IL DESIGN

A colpo d'occhio è subito un amarcord dei giochi di memoria dell'infanzia: meningi spremute e sguardo a ritroso nel tempo alla ricerca della copia di quell'immagine già vista, con quelle linee ovoidali, l'abitacolo in plexiglass e la scocca minimal in alluminio che la rendono dannatamente familiare. Qualche istante di esitazione ed ecco l'associazione mentale: il Birò è identico alla cabina di un trattore agricolo e a confermarlo è anche il suo fondatore Matteo Maestri. Prima di dedicarsi alla produzione di questi simpatici veicoli, l'azienda di famiglia infatti costruiva cabine per macchine per movimento a terra, da cui hanno ereditato l'abitacolo. 

Il design, diciamocelo, non è all'ultima moda, ma è chiaro che non fosse tra le priorità della casa madre al momento della sua creazione. Parola d'ordine praticità, ed è questo che rende bello il Birò. Forse bellissimo.

I modelli disponibili attualmente sul mercato sono quattro: la nostra è una Birò Winter con porte smontabili (chi è mediamente scattante – non guardate me – ci riesce in circa 10 secondi) e vetri antiappannamento, che purtroppo nei giorni di pioggia non si "spannano" facilmente, nemmeno premendo il tasto dedicato.

Completano la famiglia la sorella estiva Birò Summer, senza porte, Birò Big con il bagagliaio apribile e i sedili arretrati, e Birò Box, con una capacità di 300 litri di carico posteriore. Tre le colorazioni del telaio senza sovrapprezzo (verde, bianco e rosso), altre 99 quelle disponibili come optional. 

GLI INTERNI

Lo slogan "I'm Easy" incarna appieno la sua essenza anche all'interno. Il Birò non è solo semplice: è proprio essenziale. Ed è anche tutto abitacolo, con un'esperienza di guida a 345 gradi di visibilità. Quasi panoramica. 

Il volante posizionato in orizzontale a mo' di truck forma una combinazione insolita con il freno a mano dislocato sulla destra, quasi di fronte al passeggero. E quest'ultimo aspetto merita una nota a parte: scegliete bene il vostro compagno di viaggio perché i due sedili, leggermente imbottiti, offrono una seduta accettabile dal punto di vista del comfort ma molto limitata nello spazio. Per fortuna c'è il tettuccio apribile con cui riequilibrare l'ossigenazione all'occorrenza.

Comoda (e divertente) la levetta con le tre modalità di guida – normale, tartaruga e retro -, ancora di più il pulsante "boost" per un'accelerata che per ovvi motivi non sarà quella di una Lamborghini Aventador, ma che dà un po' di brio all'esperienza di guida.

Nelle versioni Winter e Summer non esiste un vero e proprio portabagagli, ma si possono riporre i propri effetti personali in un vano posizionato dietro ai sedili che si è rivelato piuttosto capiente. Chi opta per la versione con batteria fissa potrà riempire anche la nicchia posteriore che, nella versione con batteria estraibile, è occupata proprio da questa. 

BATTERIA E MOTORIZZAZIONI

Il Birò è dotato di due motori elettrici Brushless 48V montati sulle ruote posteriori, con potenza massima di 4 kW e un caricabatterie da 220V. Come tutti i veicoli elettrici, recupera energia in frenata e ha un'accelerazione piuttosto svelta e incalzante. 

La nostra Birò ha una batteria Litio Max fissa e un'autonomia di 100 km (che sono, dobbiamo riconoscerlo, veritieri); fondamentale per le lunghe (avvertimento: non troppo) distanze ma pericolosa per due avventurieri come noi, senza destinazione e senza la certezza di una presa Schuko a cui attaccarla. 

Nel 2019 è stata introdotta la versione con batteria Re-Move, che può essere estratta dal veicolo, trasportata con un trolley (pesa 23 kg) e ricaricata direttamente a casa con una presa domestica. Molto comoda per chi non possiede un garage e per chi soffre di "range fear", la fobia dell’autonomia che attanaglia i possessori di veicoli elettrici, un po' meno per chi necessita di maggiore autonomia. E le colonnine pubbliche? L'allestimento che consente di ricaricare il Birò in giro per la città è un optional da 390 euro.

Quanto alle motorizzazioni, sono disponili due varianti: la versione base STD, categoria L6e, che ha una velocità massima di 45 km/h e una potenza da 3,5 kW e la versione Bolt, che arriva a 60 km/h e diventa un quadriciclo pesante di categoria L7e, guidabile a partire dai 16 anni con patente B1 o B.

IL PREZZO

Passiamo al prezzo: grazie alle agevolazioni previste dall'Ecobonus, al lordo dell'IVA, si parte dai 7.990 euro della Summer, 9.990 euro per la Winter, fino ad arrivare agli 11.990 euro della Big e ai 12.490 euro della Box. Cifre non bassissime, considerando quelle dei competitor: con la Citroën Ami, molto più confortevole, siamo sui 7.200 euro.

C'è però una nota positiva: essendo 100% elettrico, per i primi cinque anni dal momento dell’acquisto, l'auto è esente dalle tasse automobilistiche (dopo i quali – tranne in Lombardia dove l'esenzione è a vita –  l'aliquota è minima).

HA SENSO?

Lo so, mi aspettate al varco: vale la pena acquistare un Birò? Sarò sincera: come già visto il prezzo non è così basso, ma con gli incentivi si può ottenere una cifra finale interessante. Quel che è certo è che questa piccola macchinina elettrica è davvero la soluzione a (quasi) tutti i mali cittadini e il suo potere di far risparmiare ore di vita quotidiana, che nell'arco esistenziale potrebbero arrivare a coprire anni – oltre a una buona dose di salute psicofisica – è quasi irresistibile.

Forse per le sue buffe qualità estetiche non acchiapperà il consenso dei più modaioli (ma è molto in voga tra le "sciure" e i businessmen, un po' meno tra i giovanissimi), forse la sua essenzialità farà virare qualcuno verso micro soluzioni elettriche più confortevoli, resta il fatto che il suo connotato distintivo, la praticità, non ha eguali. Tanto che, da milanese, lo suggerirei all'Ufficio Anagrafe del capoluogo lombardo come kit di benvenuto al mondo.

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