Mansory trasforma la Porsche 911 Turbo S Cabriolet in un mostro da quasi 900 CV
Mansory P9LM Evo 900 Cabriolet, un manifesto di eccesso su quattro ruote su base Porsche 911
Dimenticate la discrezione: la nuova creazione di Mansory, basata sulla Porsche 911 Turbo S Cabriolet, è tutto fuorché sobria. L'elaboratore tedesco ha presentato la sua prima versione scoperta della P9LM Evo 900, un progetto che riscrive completamente il carattere della 911 più potente, rendendola un manifesto su ruote di eccesso estetico e potenza fuori scala.
A colpire per primi sono gli interventi estetici, dove il carbonio forgiato diventa protagonista assoluto. Splitter anteriore, cofano, prese d’aria, minigonne, parafanghi allargati, specchietti e perfino i montanti del parabrezza sono stati rivestiti o ricostruiti in questo materiale, esaltando un look aggressivo e volutamente esagerato.
ROCK AND ROLL
I richiami stilistici alla GT3 RS sono evidenti, ma qui il risultato finale è ancora più teatrale. Sul posteriore campeggia un’ala fissa imponente, accompagnata da un diffusore che non teme confronti. I cerchi da 21 e 22 pollici, con fissaggio centralizzato e inserti in carbonio, sono rifiniti in un sorprendente viola metallizzato.
All’interno, l’ambiente è altrettanto estremo. Pelle bianca, cinture di sicurezza viola, sedili avvolgenti in fibra di carbonio e un volante dalla forma anticonvenzionale completano un abitacolo che, tra lusso e stravaganza, non lascia spazio all’anonimato.
LOOK AT ME!
Sotto il cofano, il flat-six da 3,8 litri è stato sottoposto a un intervento profondo: nuovi turbocompressori, ECU rivista, intercooler raffreddato ad acqua e scarico con terminali da 98 mm hanno portato la potenza a 888 CV e 1.050 Nm di coppia. Numeri che la pongono ben oltre le specifiche di serie della Turbo S, rendendola una delle 911 più estreme mai viste su strada.
Che piaccia o meno, la P9LM Evo 900 Cabriolet non punta al consenso universale. È una provocazione su quattro ruote, destinata a dividere il pubblico tra ammirazione e perplessità. Ma è proprio questa polarizzazione a rendere il lavoro di Mansory così riconoscibile. E, nel bene o nel male, impossibile da ignorare.