Peugeot 402 n4x, la sua aerodinamica fece scuola
L'eredità aerodinamica di Jean Andreau: la Peugeot 402 n4x

Tra le due guerre mondiali, Peugeot si affida all'ingegnere Jean Andreau, esperto di aerodinamica già noto per le collaborazioni con Bugatti, per sviluppare un suo prototipo basato sulla Peugeot 402. Il risultato è la 402 n4x, un modello che non solo porta il nome del suo progettista, un fatto insolito per l'epoca, ma che ridefinisce per il marchio il concetto stesso di berlina stradale.
Formatosi alle Arts & Métiers, Andreau vede nell'aerodinamica la chiave per migliorare prestazioni e consumi, concetti allora riservati all'aviazione. La sua intuizione è applicare i principi del flusso d'aria anche alle automobili comuni. Il prototipo 402 n4x incarna questa visione con un design a goccia che ottimizza la penetrazione aerodinamica, riducendo drasticamente la resistenza. Il risultato è un coefficiente di resistenza (CX) di 0,34, praticamente la metà rispetto allo 0,68 della 402 di serie.
VELOCE E PARSIMONIOSA
Equipaggiata con un motore 4 cilindri da 2 litri capace di 70 CV, la 402 n4x raggiungeva i 140 km/h, ben oltre i 115 km/h della versione standard, e lo faceva, inoltre, riducendo i consumi del 30%. Questa efficienza non compromette né lo spazio interno né il comfort, confermando la validità del progetto.
Ma il modello di serie? Già nella sua versione pronta per la produzione, la Peugeot 402 rappresentava una svolta stilistica. Firmata da Henri Thomas, la carrozzeria esibiva linee fluide e dettagli ispirati al movimento Streamline, popolare negli Stati Uniti. Cofani affilati, parafanghi integrati, parabrezza inclinato e fari nascosti nella calandra conferivano un'identità forte e moderna. Dettagli come i vetri laterali senza montanti, i parafanghi carenati e le cerniere delle porte incassate, sperimentati dallo stesso Andreau, trovarono spazio nelle vetture dei decenni successivi.
Dei cinque esemplari costruiti, solo uno è sopravvissuto ed è oggi custodito nel museo Peugeot a Sochaux. La lezione di Andreau, che suggerì di essere pagato in base alla velocità guadagnata dal prototipo, resta molto attuale: l’aerodinamica non è solo una questione di velocità, ma un principio cardine per efficienza e modernità.