La crisi del motore PureTech: proteste e risarcimenti richiesti da Afestel
Stellantis sotto accusa: problemi al motore PureTech e azioni legali in Europa
A causa dei problemi di affidabilità legati al motore 1.2 PureTech, Peugeot ha deciso di eliminare questa denominazione dalla propria gamma, con effetto a partire dal 1° settembre 2024. La decisione, riportata dalla stampa francese, mira a contrastare la crescente sfiducia dei consumatori, causata dall'usura precoce della cinghia di distribuzione e dall'eccessivo consumo di olio. Anche i marchi gemelli Citroën e DS hanno adottato lo stesso approccio, poiché il malcontento legato al motore sta ormai penalizzando le vendite, sia di vetture nuove che di usato.
Non si tratterà, però, di una sostituzione tecnica immediata: i veicoli equipaggiati con il motore da 1.2 litri non saranno più pubblicizzati come "PureTech 100 CV", ma verranno identificati semplicemente con la potenza dichiarata, ad esempio "100 CV". Lo stesso approccio è già visibile sul sito francese del costruttore. Opel, che fa parte del gruppo Stellantis, non aveva mai adottato il marchio PureTech, preferendo denominazioni più neutre come "Turbo 100" o "130 CV".
RISARCIMENTI
Il gruppo Stellantis, pur continuando a vendere il motore PureTech con cinghia, ha promesso una rivoluzione per i nuovi motori 1.2 mild hybrid (MHEV) lanciati nella primavera del 2024. A differenza del vecchio propulsore, le varianti MHEV da 100 e 136 CV vantano un'architettura riprogettata e l'adozione di una catena di distribuzione in metallo al posto della cinghia in gomma e fibra di vetro. La catena è considerata più durevole, riducendo così interventi costosi e frequenti, soprattutto nei percorsi urbani più usuranti.
Tuttavia, la crisi di fiducia nei confronti del PureTech è già sfociata in azioni legali. In Spagna, l'associazione Afestel, che rappresenta oltre 6.000 proprietari Stellantis, ha denunciato i difetti strutturali del motore, sollecitando risarcimenti per circa 1,15 milioni di euro. Secondo Afestel, i casi segnalati sarebbero solo la punta dell'iceberg, con migliaia di automobilisti in tutta Europa costretti a far fronte a riparazioni onerose e a possibili rischi per la sicurezza. Non sono mancate proteste presso lo stabilimento Stellantis di Figueruelas e in altre località spagnole, segnale di un malcontento ancora lontano dal placarsi.