Per John Elkann l’Europa deve puntare sulle auto piccole e accessibili
Il presidente di Stellantis indica le regole europee come la causa della crisi delle city car.

Parole importanti quelle di John Elkann, sia perché a pronunciarle è il presidente del gruppo Stellantis, sia perché rappresentano un’importante accusa nei confronti delle normative europee che in questi anni hanno regolamentato il settore automotive. Durante un intervento all’Automotive News Europe Congress, Elkann ha dichiarato che l’Europa ha bisogno di auto piccole e accessibili, simili alle kei cars giapponesi.
Cosa sono le kei cars
Le kei jidōsha (letteralmente “automobili leggere”), note come kei cars, sono in Giappone quella categoria di automobili che nel Paese sono state introdotte dopo la Seconda Guerra Mondiale per rilanciare l’industria automobilistica e facilitare la mobilità interna dei cittadini giapponesi. Si tratta di auto compatte (lunghe non più di 3,4 m, larghe al massimo 1,48 m e non più alte di 2 m) con un motore di piccola cilindrata (massimo 660 cc) che, proprio per queste caratteristiche, si rivelano ideali per l’utilizzo in città, specialmente nelle grandi metropoli. In Giappone rappresentano il 40% della quota di mercato (anche perché sono oggetto di diverse agevolazioni sulle assicurazioni e le tasse di circolazione) e per il presidente di Stellantis l’Europa dovrebbe trarre ispirazione creando delle “e car”.
Il futuro dell’automotive in Europa è nelle piccole auto elettriche?
I dati fotografano molto bene l’andamento di un settore, come quello delle auto compatte, oggi in forte ridimensionamento. Solamente sei anni fa si vendevano 49 modelli di city car con un prezzo di listino inferiore a 15.000€, oggi solo uno (a oggi solamente la Dacia Spring ha un prezzo leggermente inferiore). Il cambiamento è evidente e secondo Elkann la causa è da imputare nelle regole stabilite dall’Unione Europea.
Il presidente di Stellantis fa riferimento alle nuove normative con i limiti sulle emissioni e quelle sulla sicurezza. Per i costruttori di auto le city car sono sempre meno redditizie, in quanto i margini di guadagno sono bassi e l’investimento richiesto per adeguarsi alle normative è alto. Se prima il segmento delle city car era molto diffuso, oggi lo è molto meno, anche per via della scomparsa di modelli accessibili in quella fascia di prezzo.
L’analisi di Elkann può essere più o meno condivisibile, anche tenendo conto del fatto che il presidente di Stellantis fa i suoi interessi, ovvero quello di affermare i marchi del gruppo come riferimenti per il futuro dell’automotive in Europa. È altrettanto vero che è diminuito il potere d’acquisto delle persone (con differenze nei vari Paesi europei, ma le difficoltà economiche sono comuni nel Vecchio Continente) che, anche sulla scia degli incentivi (quando presenti), hanno preferito investire sulle automobili elettriche.
Eppure gli ultimi dati mostrano come l’interesse verso queste auto, simili alle kei cars giapponesi, è elevato. A conferma di questo interesse ci sono le vendite della nuova FIAT Topolino elettrica, ma anche l’ampliamento della gamma degli altri marchi, come l’Opel Rocks e i nuovi modelli Silence S04.
Le persone comprano più auto economiche perché le ritengono più in linea con le proprie esigenze o perché non hanno più interesse e possibilità di spendere decine di migliaia di euro per un’automobile nuova? Ed è quindi vero che il futuro delle auto è nelle cosiddette e-car? Le affermazioni di Elkann faranno sicuramente discutere e riaccenderanno un dibattito che interessa diversi fattori chiave del futuro del settore automotive europeo, come l’accessibilità economica alle auto, la loro sostenibilità e le regole per la loro produzione.
[FONTE]