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I trasporti in Italia: l'auto rimane fondamentale. Elettriche ancora lontane

L’indagine rivela abitudini, criticità e prospettive della mobilità sostenibile in Italia.

I trasporti in Italia: l'auto rimane fondamentale. Elettriche ancora lontane
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 16 set 2025

C’è modo e modo di affrontare il tema della mobilità sostenibile. L’Istituto Piepoli ha scelto di farlo partendo dai numeri, realizzando un’indagine che fotografa abitudini, percezioni e aspettative degli italiani di fronte alla transizione ecologica nei trasporti. Un’analisi che racconta come ci si sposta davvero nel nostro Paese e quali ostacoli frenano il cambiamento.

L’Indice di mobilità sostenibile

Il sondaggio, promosso in occasione dell’avvio della Settimana Europea della Mobilità 2025 (iniziata oggi e che andrà avanti fino a lunedì 22 settembre) propone un quadro aggiornato sulle abitudini di spostamento degli italiani, sulla percezione dell’impatto ambientale dei trasporti e sull’evoluzione delle tecnologie nel settore. Per la prima volta viene introdotto un indice sintetico, l’”Indice di mobilità sostenibile”, che fotografa il livello di consapevolezza e comportamento sostenibile dei cittadini. Il valore medio rilevato degli italiani è di 66 su una scala da zero a cento, un dato interessante anche per avere un riferimento utile per monitorare l’evoluzione futura.

I risultati dell’indagine

L’automobile resta di gran lunga il mezzo più utilizzato dagli italiani. Il 77% del campione la usa per spostamenti frequenti, mentre il 92% dichiara di utilizzarla almeno una volta alla settimana. Solo il 19% utilizza con regolarità il trasporto pubblico. Nonostante questi numeri, sei italiani su dieci ritengono che nel proprio territorio esistano alternative valide all’uso dell’auto, anche se questa percezione è molto più diffusa al Nord e nei centri urbani rispetto al Sud e alle aree interne.

Per quanto riguarda i veicoli elettrici, l’interesse c’è ma è frenato da diverse criticità. Solo il 10% degli intervistati valuta un possibile acquisto nei prossimi dodici mesi, mentre il 59% si dice non interessato. Tra gli ostacoli principali emergono il prezzo, riferito dal 55% degli intervistati, la scarsa autonomia, la limitata disponibilità di colonnine e il timore legato alla sicurezza delle batterie. Solo un intervistato su cinque ritiene adeguata l’infrastruttura di ricarica, con un giudizio particolarmente negativo nelle regioni del Centro-Sud e nei piccoli comuni.

Anche sul fronte del trasporto merci si registra una crescente consapevolezza. L’85% degli italiani è convinto che abbia un impatto sull’ambiente e l’80% riconosce il suo peso sul prezzo finale dei prodotti. La modalità di trasporto ritenuta più sostenibile è quella intermodale che combina strada e ferrovia, scelta da sette cittadini su dieci. La transizione verso forme di logistica più pulite, comprese quelle elettriche o ferroviarie, è ritenuta importante dall’84% degli intervistati. Da questo punto di vista aziende come Amazon, che ha fissato l’obiettivo zero emissioni nette entro il 2040, stanno investendo in soluzioni più efficienti, dalla micromobilità urbana alla logistica intermodale.

Un dato interessante arriva anche dai treni regionali. Più della metà degli italiani li utilizza, anche se con frequenze diverse. Il 44% apprezza l’integrazione con altri mezzi di trasporto e chiede un maggiore coordinamento di orari, biglietti unificati e stazioni più accessibili. Infine, il rapporto con le tecnologie emergenti è segnato da curiosità e timore. L’85% degli italiani ha sentito parlare di guida autonoma, ma solo uno su tre la considera affidabile. I dubbi principali riguardano la sicurezza stradale e l’assenza del controllo umano, mentre paradossalmente l’intelligenza artificiale viene percepita con maggiore favore. Il 62% la vede come un alleato per la pianificazione della mobilità e l’aumento della sicurezza, anche se restano timori diffusi legati alla privacy, al rischio di incidenti e alla perdita di posti di lavoro. Il quadro che emerge è quello di un’Italia che guarda alla mobilità sostenibile con crescente consapevolezza e interesse ma che, al tempo stesso, si scontra con limiti concreti che raccontano per l’ennesima volta anche forti discrepanze territoriali.

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